Elezioni, gli ex M5S ripartono dalla Transizione ecologica

Il gioco di cerchi concentrici della politica si sta avvicinando alla definizione del primo anello: le alleanze. Manca davvero poco alla presentazione di simboli, programmi e liste: entro il 24 agosto tutto dovrà essere compiuto e, al netto della dialettica del momento, anche aspra, il tempo delle decisioni è arrivato. I dubbi sono ovviamente nel campo del centrosinistra, da qualcuno definito area progressista, da altri riformismo, ma la sostanza cambia poco. E’ questo il terreno di gioco dove sta nascendo qualcosa di nuovo, almeno cronologicamente. Soprattutto dalle formazioni che si sono staccate – nella maggioranza dei casi in maniera traumatica – dal Movimento 5 Stelle. Che in comune con il loro recente passato hanno un tema predominante: l’ambiente. Anzi, la transizione ecologica.

Il nuovo partito di Luigi Di Maio, Impegno civico, nato dal tandem con il Centro democratico di Bruno Tabacci, si prepara a spaziare nella prateria di centro dello scacchiere politico. E lo fa mettendo nel simbolo la serigrafia di un’ape, segno “della nostra coscienza ecologica“, spiega il ministro degli Esteri. Andando anche più a fondo: “Nel momento in cui scomparissero le api non esisterebbe nemmeno più l’essere umano – svela -. Questo è un aspetto poco conosciuto, ma racconta quello che sta accadendo sul nostro Pianeta. Metterla nel simbolo significa mettere al centro la transizione ecologica, che è fondamentale nel Pnrr; significa che non risolveremo il problema del cambiamento climatico singolarmente come Stati ma dobbiamo portarlo ai tavoli internazionale del G7, del G20, della prossima Cop27 in Egitto“.

Il cuore di Ic sarà il riformismo, “guardiamo con molta attenzione all’innovazione, all’ecologia, alla digitalizzazione e ai giovani“, mentre “non ci interessa parlare agli estremisti, a quelli che vogliono sfasciare tutto, a coloro che dicono solo dei ‘no’“. Ecco perché “la prima proposta non è divisiva” e riguarda la battaglia europea per il price cap sul gas. “Dobbiamo continuare a portare avanti la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, che riduce l’inflazione e ferma gli aumenti per le famiglie in bolletta – dice Di Maio-. Oggi lo facciamo con un governo in carica per gli affari correnti, che non ha pieno mandato: magari saremo degli illusi, ma ci proviamo. L’unico modo per portare al tavolo il governo italiano col massimo della sua forza è fare in modo che tutti i leader dei partiti impegnati in questa campagna elettorale sottoscrivano la nostra proposta con una lettera alla Commissione europea in cui si sostiene il governo Draghi per ottenere il tetto massimo al prezzo del gas“. Un primo obiettivo ambizioso, il cui esisto ad oggi è ancora imprevedibile.

Oltre Impegno civico, dall’addio al Movimento 5 Stelle nasce anche un altro soggetto. Stavolta un’associazione, che si chiama ‘Ambiente 2050’, ed è animata dall’ormai ex capogruppo pentastellato alla Camera, Davide Crippa, dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e dai parlamentari Alessandra Carbonaro, Maurizio Cattoi e Niccolò Invidia. Sarà un “laboratorio“, un “contenitore” dove la parola d’ordine sarà una sola: “Ascolto“. Perché “vogliamo essere pronti a capire quali siano le richieste forti” che arrivano soprattutto dai giovani, sottolinea Crippa. “Vogliamo confrontarci con la società civile, innanzitutto“, spiega D’Incà. Ma “anche con quelle associazioni che sono state costituite, nel corso del tempo, da quei cittadini che ogni giorno si impegnano e danno l’esempio“, senza dimenticare un “forte collegamento anche con il mondo industriale e produttivo” oltre che con “tutti gli amministratori locali: consiglieri comunali, assessori, sindaci“. L’area è quella progressista, in dialogo con il Pd, ma non è prevista la presentazione di liste alle prossime elezioni politiche del 25 settembre: la situazione “è in divenire“, dunque “è prematuro” intavolare discorsi di alleanze. “Noi poniamo temi, vedremo se qualcuno vorrà raccoglierli“. Gli ex Cinquestelle partono. Anzi, ripartono dall’ambiente.

dario.borriello

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