Il presidente della Repubblica è volato a Malta per partecipare alla 17esima riunione del Gruppo di Arraiolos. L’appuntamento, con cadenza annuale, riunisce i presidenti di alcuni degli Stati membri dell’Unione europea, per un confronto politico tra i capi di stato delle repubbliche parlamentari e semi-presidenziali. La scorsa edizione fu ospitata in Italia, sotto la guida di Sergio Mattarella, che aprì le porte del Quirinale dopo un anno di stop dovuto alla pandemia. Quest’anno si ripete l’evento, ma al centro delle discussioni non è difficile immaginare che ci sarà l’instabilità geopolitica causata dall’invasione russa in Ucraina, che a cascata si è riverberata su molti gangli dell’economia e della società europea. A partire dalla crisi energetica, oltre all’emergenza alimentare. Argomenti che potranno essere anche al centro degli incontri bilaterali che solitamente si svolgono a margine dei lavori.
Era il 15 settembre del 2021 quando Mattarella, ricordando che l’Ue si trovava “a un punto di svolta molto importante“, esortò i partecipanti a “impegnarci per completare tanti cantieri aperti nella nostra integrazione, senza remore e senza temi intoccabili“. Anche un altro passaggio di quel discorso potrebbe tornare di strettissima attualità oggi: “Il nostro impegno deve essere colmare questo divario tra le attese e la risposta che l’Unione europea è capace di dare“. Parole che potrebbero valere anche oggi, che in Europa si discute di tetto massimo al prezzo del gas e condivisione degli effetti della crisi energetica, che sta toccando tutti i Paesi membri.
Non è da escludere che a Malta si parli di lotta ai cambiamenti climatici, tema che spesso torna anche negli interventi pubblici di Mattarella. Come l’ultimo, da Assisi, per le celebrazioni di San Francesco. “Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle future generazioni, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire“, ha detto il presidente della Repubblica in Umbria. Sottolineando che si tratta della “grande urgenza della nostra epoca. Non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda tutti noi – nessuno è irrilevante – nessuna buona opera è inutile. È un compito che va svolto insieme“. Un monito e uno sprone utile anche per i lavori del Gruppo di Arraiolos.
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