Mattarella: “Momento storico decisivo, serve Ue efficace”. VdL: “Ascoltato suo ‘Nessun Dorma’”

Un’Europa più forte, coesa e protagonista in un contesto internazionale delicato e di transizione, che sappia colmare i ritardi accumulati nel passato e proiettarsi al futuro con un’azione per la pace e la prosperità. E’ l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, direttamente da Bruxelles. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, risponde immediatamente alla ‘chiamata’: “Abbiamo ascoltato il suo ‘Nessun Dorma’, discuteremo su come possiamo rispondere”.

E’ ricca l’agenda degli appuntamenti della missione di Mattarella, iniziata martedì incontrando prima la Rappresentanza italiana presso l’Unione europea, poi il vice presidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Mercoledì, invece, accompagnato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, le tappe prima in Commissione, dove si svolge il bilaterale con von der Leyen, poi al Parlamento europeo, il colloquio con la presidente, Roberta Metsola, e lo scambio con gli eurodeputati italiani.

Il capo dello Stato incontra anche il collegio dei commissari europei. E’ un “momento storico, davvero decisivo per la nostra Unione”, sottolinea il presidente, invitando a “ripercorrere la strada compiuta in questi decenni e, pur consapevoli di lacune e di ritardi, avvertire l’orgoglio della costruzione europea che tutti abbiamo contribuito a edificare”. Da questo punto fisso esorta a “riflettere sul futuro del progetto di integrazione continentale in un frangente storico così inquieto e così esposto a molteplici e anche impreviste perturbazioni dell’ordine internazionale”. Perché, è la convinzione di Mattarella, “tanto più le istituzioni comunitarie si dimostrano trasparenti ed efficienti, efficaci nel fornire risposte rapide e razionali alle esigenze e alle fondate preoccupazioni dei nostri concittadini dell’Unione, tanto più se ne rafforza l’indispensabile consenso sociale”.

Sensibilità e bisogni che riguardano temi cruciali come la prosperità economica, lo Stato di diritto, la difesa dell’ambiente, l’aspirazione di una società equa, bene istruita, coesa, ma anche la regolarizzazione dei fenomeni migratori e sistemi di welfare efficienti, ma nella fase che viviamo “acquisisce rilievo crescente la dimensione della sicurezza rispetto a possibili minacce esterne”. E qui, l’appello della prima carica dello Stato è a “colmare con urgenza i ritardi accumulati nel corso di decenni in cui gli Stati membri non hanno saputo convergere su scelte condivise per rafforzare la capacità di difesa comune”.

La Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc), dunque, deve “non essere adeguatamente sviluppata” e ciò rappresenta “una sfida cruciale per una Unione europea che voglia affermarsi quale soggetto geopolitico capace di incidere su scala planetaria”. Ma i compiti delineati da Mattarella per l’Ue non si esauriscono qui. Innanzitutto, partendo dagli strumenti già esistenti dell’Ue, il dialogo e la cooperazione con regioni del pianeta – in particolare il vicinato meridionale e l’Africa – su cui potrebbe crescere la concorrenza di altri attori. “Ricordo gli esempi del ‘Global gateway’ o del futuro ‘Patto per il Mediterraneo’: siamo chiamati a contemperare gli impegni politici con la disponibilità di adeguate risorse finanziarie, per tenere testa alla concorrenza internazionale anche nei partenariati di cooperazione, e per dare concretezza a queste importanti iniziative in materia di energia, migrazione, sviluppo umano”, ha affermato Mattarella. Lanciando l’allarme: “Se l’Unione europea sarà assente o inefficace in questi scacchieri, altri attori prenderanno il sopravvento in queste aree del mondo”.

Poi la partita dell’allargamento, visto come strumento geopolitico di stabilità e pace. Il processo di adesione all’Unione è uno “storico e ineluttabile orizzonte geostrategico dell’Europa per il quale, come per la Difesa comune, ci troviamo oggi a pagare ritardi del passato”. Ma, pur in un processo basato “su gradualità e merito, è oggi nostra responsabilità accelerare i concreti progressi per i Paesi candidati” o “l’alternativa, di cui purtroppo già si vedono alcuni segnali, è quella di un affievolimento della spinta europeista nelle opinioni pubbliche, e quindi nei governi, di quei Paesi”.

La terza sfida per l’Ue è “compiere un vero e proprio salto di qualità per una riforma complessiva dell’Unione, in grado di trovare l’equilibrio nell’attuazione delle priorità europee e in un rafforzamento della struttura istituzionale”. Compito che, rimarca Mattarella, “spetta a questo importante ciclo istituzionale dell’Unione”.

Sullo sfondo c’è una crescita da perseguire, nonostante gli ostacoli, ad esempio la guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump. Per Mattarella “in un periodo di dichiarata sfiducia da diverse parti sul valore dell’apertura dei mercati”, le intese commerciali con altri grandi mercati “come è avvenuto con il Ceta e l’accordo con il Mercosur, e come può avvenire con altre grandi aree, realizzano una rete di cooperazione globale di cui l’Unione è protagonista”. Tutto questo senza “perdere di vista i diritti e il benessere degli europei” dove l’impegno è a “lottare contro la disoccupazione, la povertà e la discriminazione, per offrire pari opportunità ai giovani e alle persone vulnerabili per una Europa sempre più equa”. Ma “per tradurre in fatti concreti” tali obiettivi “sarà indispensabile anche rivedere i metodi negoziali relativi al bilancio comune per perseguire le nuove priorità che i tempi ci impongono, potenziando al contempo il sistema finanziario dell’Unione anche attraverso il completamento del mercato unico”, ha osservato Mattarella.

Infine, l’impegno in prima linea dell’Italia per e nell’Ue. In ogni cantiere “l’Italia e il suo governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee”, dice ai commissari. Mentre ai deputati italiani Mattarella evidenzia “la responsabilità di un momento così complicato nella dimensione internazionale” e “la proiezione europea del nostro impegno perché è il veicolo con cui possiamo contribuire nella vita internazionale a ripristinare regole di pace e convivenza”. Messaggi chiari, quelli consegnati dal presidente della Repubblica a Bruxelles: “E’ un momento storico particolare” e “l’Unione è chiamata ad essere protagonista nel definire alcune nuove regole di convivenza nel mondo, di cui vi è chiaramente bisogno, nella ricerca, come sempre ha fatto l’Unione, di stabilità, di pace, di collaborazione internazionale”. Ora spetta all’Ue rispondere.

Elena Fois

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