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Ucraina, telefonata Draghi-Zelensky: Sbloccare porti insieme

L’Italia prova a fare da ‘ponte’ tra Russia e Ucraina per arrivare almeno a una tregua che scongiuri una crisi alimentare dalle “proporzioni gigantesche. Soprattutto per i Paesi più poveri del mondo, Africa in testa. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo aver aperto un canale di mediazione con Vladimir Putin, ha completato il giro di orientamento in un colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky. L’obiettivo è sbloccare la partenza delle navi cariche di tonnellate di grano e materie prime ferme nei porti dell’Ucraina a causa del conflitto scatenato da Mosca. Secondo quanto riferisce Palazzo Chigi, il presidente ucraino ha espresso apprezzamento per l’impegno da parte del governo del nostro Paese, concordando con il presidente del Consiglio di proseguire il confronto sulle possibili soluzioni.

Via Twitter anche Zelensky conferma di aver discusso con Draghi sulle possibili soluzioni per “prevenire la crisi alimentare“. Aggiungendo un dettaglio, che assume un’importanza cruciale, a livello geopolitico: “Dobbiamo sbloccare i porti ucraini insieme“. Inoltre, il leader del governo di Kiev sottolinea un’altra criticità al premier italiano, assolutamente non secondaria: “Ho sollevato il problema dell’approvvigionamento di carburante“. Dunque, per far salpare le navi è indispensabile che si verifichino almeno 4 condizioni: che la Russia apra corridoi per la navigazione, le acque vengano sminate, Mosca garantisca il cessate il fuoco durante le operazioni dei dragamine, che arrivi il rifornimento necessario per le imbarcazioni. Ecco perché questi primissimi passi diplomatici aprono un piccolo spiraglio di luce, ma il quadro generale non consente ancora di separare in una soluzione a stretto giro.

Oltretutto, Mosca continua a rimbalzare le accuse sui mancati approvvigionamenti. Putin, riferisce il Cremlino in una nota, “sottolinea che i tentativi di incolpare la Russia per le difficoltà nel fornire prodotti agricoli ai mercati mondiali sono infondati“. Anzi, in una telefonata con il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, invita gli ucraini a “sminare i porti il ​​prima possibile per far passare le navi bloccate“. Sottolineando che le sue forze armate “aprono due corridoi marittimi umanitari ogni giorno dalle 8 alle 19, ora di Mosca“. Proprio nella capitale russa potrebbe andare in visita il segretario della Lega, Matteo Salvini, che applaude l’iniziativa di Draghi. Fonti del Carroccio spiegano che è “una possibilità”, anche se non c’è nulla di programmato e definitivo. Del resto, è lo stesso ex ministro dell’Interno a dirlo pubblicamente: “Per pace, vita e lavoro vale tutto“. Non sul viaggio in Russia, ma almeno sul premier è d’accordo anche l’altro Matteo, Renzi: “Ha fatto bene a cercare l’accordo di Putin e Zelensky sul grano ucraino. Vediamo se riusciremo a sbloccare almeno le navi pronte alla partenza“, scrive nella Enews il leader di Iv. Perché, avverte, “la crisi alimentare in arrivo è devastante, ogni sforzo diplomatico per ridurne gli effetti è saggio e lungimirante. Bravo Draghi“.

La situazione impone comunque prudenza. Come dimostrano i tweet del presidente ucraino dopo il colloquio con il capo del governo italiano: “Ci aspettiamo ulteriore supporto per la difesa dai nostri partner“. Il premier, fa sapere Palazzo Chigi, ha assicurato il sostegno del governo italiano in coordinamento con il resto dell’Unione europea. La strada verso il dialogo e la pace, dunque, è ancora lunga.

dario.borriello

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