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Salvini contro Bologna: “Limite 30 km/h è danno a cittadini, valutare alternative”

Un “danno” per i cittadini. Una decisione “surreale”. Matteo Salvini, e il suo ministero, si scagliano contro Bologna per l’adozione del limite dei 30 chilometri all’ora su tutte le strade comunali. Una scelta che non appare “ragionevole” per il Mit, “perché i problemi per i cittadini (in particolare per i lavoratori) rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale che resta comunque una delle priorità assolute per il ministro Salvini”. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si dice così “pronto ad avviare un confronto immediato con l’amministrazione bolognese per verificare soluzioni alternative” e per prevenire quelle che definisce “forzature e fughe in avanti, che poi rischiano di essere smentite anche dai giudici”. Il riferimento è quanto accaduto a Milano a proposito dell’obbligo per i mezzi pesanti dei dispositivi per l’angolo cieco, poi stoppato dal Tar.

Bologna aveva deciso di rallentare la velocità dei veicoli nelle strade urbane già dalla scorsa estate, ma è dall’avvio delle multe, avvenuto il 16 gennaio, che sono sorte le polemiche: i primi sanzionati hanno incendiato anche il dibattito politico, con il centrodestra intenzionato a chiedere un referendum cittadino sul provvedimento. Per Salvini “costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia di essere un danno per tutti, a partire da chi lavora, senza benefici proporzionali in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni. Sono molto sorpreso che il Comune motivi il provvedimento anche con la necessità di non coprire il cinguettio degli uccellini col frastuono dei veicoli. E mi sorprende che l’amministrazione mi rinfacci quanto fatto dal ministro precedente, Enrico Giovannini, che aveva auspicato l’adozione di zone 30. Imporre il limite in tutto il comune (e non solo nelle zone più a rischio) tradisce lo spirito della norma”.

L’amministrazione di Bologna si è detta disponibile a un confronto con il ministro, difendendo la bontà della decisione. L’assessora alla Mobilità Valentina Orioli, ha ricordato che nel Piano per la sicurezza stradale del Mit è prevista anche una revisione della gerarchizzazione delle strade, “una chiara individuazione della viabilità a 50 km/h e delle zone a 30 km/h”. “Esattamente quello che abbiamo fatto a Bologna, per ridurre gli incidenti e salvare vite sulle strade”, ha spiegato. E mentre il sindaco Matteo Lepore parla di “fake news” che circolano soprattutto sui social e “che purtroppo, come ho visto, sono state anche rilanciate dal ministro Salvini”, l’assessora ha ricordato al ministero la necessità di rifinanziare il fondo nazionale del trasporto pubblico, “dove mancano ad oggi circa 700 milioni di euro. Risorse che renderebbero il TPL efficiente, non lasciando sole le città, che sono tutte in difficoltà. Questo potrebbe concretamente avere effetti positivi per la mobilità dei cittadini ed in particolare per i lavoratori.”

Intanto, al Nord, anche un’altra città guarda con interesse al limite dei 30 km/h: a Torino la sperimentazione è partita già in un paio di quartieri ma l’obiettivo è di estenderlo su tutti i controviali. “I dati ci stanno dando ragione, abbiamo avuto un fortissimo calo degli incidenti, oltre il 25 percento degli incidenti in meno, la strada è quella giusta e ci consente di contemperare l’esigenza della sicurezza stradale con la fluidità del traffico”, ha spiegato il primo cittadino Stefano Lo Russo, precisando che la misura non riguarderà i corsi e gli assi ad alto scorrimento, che resteranno a 50 chilometri all’ora.

Valentina Innocente

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