UNIVERSITA STATALE EVENTO MIND THE STEM GAP STUDENTI
Per portare la dovuta attenzione sul legame tra scienza e genere, a partire dall’11 febbraio si celebra la settimana che ruota intorno alla Giornata Internazionale delle Donne nella Scienza, istituita nel 2015 dall’UNESCO. Una ricorrenza che ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza di una partecipazione più equa delle donne nel mondo scientifico e tecnologico e di evidenziare, anno dopo anno, progressi e sfide ancora aperte. Secondo l’Unesco Institute for Statistics, le donne rappresentano meno del 30% dei ricercatori nel settore scientifico a livello globale. In Italia su 136.000 ricercatori, solo 47.000 sono donne, il 34% del totale.
Il divario si manifesta già nei percorsi formativi: a livello mondiale, solo il 30% delle studentesse sceglie di intraprendere studi nelle discipline STEM.
Questo squilibrio si riflette anche nelle politiche nazionali: nel 2016, appena il 30% dei Paesi con dati disponibili aveva raggiunto una parità di genere effettiva nel settore scientifico. Diverso è il discorso per il settore medico e delle scienze biologiche, interessati da OnFoods, il partenariato di ricerca su cibo, nutrizione e sostenibilità finanziato dal PNRR che unisce e coordina 26 organizzazioni pubbliche e private. Al suo interno più di 350 progetti di ricerca, per oltre 600 persone, tra cui 129 nuovi ricercatori e 200 PhD. Onfoods ha aderito e partecipa alla campagna Unesco non tanto e solo per celebrare, ma per dare il proprio contributo alla necessaria presenza delle donne nella scienza. Negli ambiti medico e biologico, le donne mostrano una forte presenza nelle fasi iniziali della carriera accademica, rappresentando oltre il 70% degli assegnisti di ricerca nelle scienze mediche e il 66,2% nelle scienze biologiche.
Tuttavia, anche in questi settori, si registra un calo significativo verso i ruoli di leadership e di professore ordinario: persistono ancora barriere strutturali e culturali che limitano l’ascesa delle donne a posizioni di vertice, nonostante il loro contributo cruciale nelle aree della medicina, biologia e scienze affini.
In Italia, ad esempio, oltre il 60% degli studenti di medicina sono donne ma tale rappresentanza si riduce drasticamente ai livelli di primariato o nelle posizioni di leadership sanitaria. Consapevole di queste criticità, OnFoods ha avviato una serie di azioni volte a promuovere pari opportunità di genere in ogni fase del progetto, dalla selezione del personale alla gestione delle attività. Una particolare attenzione è stata dedicata al reclutamento, con l’obiettivo di assicurare che almeno il 40% del personale fosse costituito da donne, comprese assegniste di ricerca e dottorande. Per favorire una maggiore partecipazione femminile, il progetto ha adottato pratiche di reclutamento più inclusive, come l’utilizzo di annunci redatti con linguaggio neutro e la promozione delle opportunità attraverso piattaforme mirate.
“Il reclutamento del personale realizzato con il progetto OnFoods – commenta il prof. Daniele Del Rio, presidente della Fondazione OnFoods – è andato ben oltre gli obiettivi del 40% fissati dal PNRR. Questo è stato possibile anche grazie al fatto che le nostre discipline sono storicamente più trasversali tra i sessi. Ma stiamo già osservando come una parte, sia pur non elevatissima, dei giovani talenti reclutati stia entrando in fase di promozione e consolidamento contrattuale“. Per quanto riguarda le carriere – commenta Hellas Cena, pro-rettrice alla Terza Missione dell’Università di Pavia e coordinatrice dello Spoke 6 di OnFoods – “vediamo una buona rappresentanza femminile nelle discipline mediche, ma ai vertici la situazione è ancora sbilanciata. Il numero di professoresse ordinarie, ad esempio, rimane nettamente inferiore rispetto ai colleghi uomini. Nonostante questa disparità, il cambiamento in corso è innegabile, seppur da accelerare. Lo dimostrano le numerose rettrici attualmente in carica nelle università italiane, le direttrici di dipartimento e le responsabili di centri di ricerca: una trasformazione è in atto, ma è fondamentale che diventi sostanziale e non solo formale“.
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