Sicurezza alimentare e cambiamenti climatici: se ne parla all’evento HGE

Come garantire la sicurezza alimentare in un mondo minacciato dalla guerra e dai cambiamenti climatici? E’ uno dei temi che verrà affrontato nell’ambito dell’evento ‘How can we govern Europe?’, organizzato da GEA ed Eunews a Roma il 29 e 30 novembre all’Europa Experience David Sassoli. Il panel dedicato, che si svolgerà mercoledì 30 novembre, si occuperà di ‘Sicurezza alimentare: PAC, Fit for 55 e Farm to Fork di fronte alla guerra e alla siccità’, con gli interventi di nomi autorevoli in materia.

Ma cosa intendiamo quando parliamo di sicurezza alimentare? Il significato è ampio e complesso. Nella sua accezione più vasta si parla della possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in adeguate condizioni igieniche. La definizione esatta è stata elaborata al World Food Summit nel 1996 secondo la quale essa descrive una situazione in cui “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana”.

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Fao nel rapporto 2022 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, il numero delle persone che soffrono la fame a livello mondiale è salito a ben 828 milioni nel 2021, ossia circa 46 milioni in più dal 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia di Covid-19. Il quadro è sconfortante. Dopo essere rimasta relativamente invariata dal 2015, nel 2020, la percentuale di persone colpite dalla fame è salita e ha continuato a crescere nel 2021, fino al 9,8% della popolazione mondiale, contro l’8% del 2019 e il 9,3% del 2020. Nel 2021, circa 2,3 miliardi di persone (29,3%) in tutto il mondo erano in una situazione di insicurezza alimentare moderata o grave – 350 milioni in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Quasi 924 milioni di persone (11,7% della popolazione mondiale) hanno sofferto di insicurezza alimentare grave, con un aumento di 207 milioni in due anni. Il divario di genere nell’insicurezza alimentare è cresciuto ancora nel 2021. In tutto il mondo, il 31,9% delle donne ha sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave, rispetto al 27,6 % degli uomini: un divario di oltre 4 punti percentuali, rispetto ai 3 del 2020. Quasi 3,1 miliardi di persone non potevano permettersi una dieta sana nel 2020, 112 milioni in più rispetto al 2019, come conseguenza dell’inflazione sui prezzi dei prodotti alimentari al consumo, a seguito delle ripercussioni economiche della pandemia da Covid-19 e delle misure attuate per contenerla. Si stima che 45 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni abbiano sofferto di deperimento, la forma più letale di malnutrizione, che, in età infantile, aumenta fino a 12 volte il rischio di morte. Inoltre, 149 milioni di bambini sotto i cinque anni hanno subito un ritardo di crescita e di sviluppo, a causa di una carenza cronica di nutrienti essenziali nella loro alimentazione, contro 39 milioni di bambini in sovrappeso.

Guardando al futuro, si prevede che nel 2030, quasi 670 milioni di persone (l’8 % della popolazione mondiale) soffriranno ancora la fame. Un dato simile a quello del 2015, quando fu lanciato l’obiettivo di sconfiggere fame, insicurezza alimentare e malnutrizione entro la fine di questo decennio, nel quadro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nella prefazione del report, i capi delle cinque agenzie Onu (Fao, Ifad, Unicef, Wfp, Oms) hanno scritto: “Questo rapporto evidenzia a più riprese l’intensificazione dei principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione: conflitti, eventi climatici estremi e crisi economiche, uniti alle crescenti disuguaglianze. La questione principale non è tanto se le avversità continueranno a verificarsi o meno, ma, piuttosto, come intraprendere azioni più coraggiose per costruire la resilienza contro le crisi future“.

Chiara Troiano

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