“Il divieto di vendere veicoli con motore a combustione interna nel mercato Ue non significa che l’Europa dovrà smettere di produrre questi motori né i loro componenti. Perché i mercati mondiali continueranno ad avere bisogno di questi mezzi ancora per un po’ di tempo”. Lo sostiene Thierry Breton, commissario europeo all’Industria, nel tentativo di rassicurare il comparto automobilistico dopo il voto del Parlamento europeo sulla messa al bando totale dei veicoli con motore a diesel, benzina o Gpl a partire dal 2035. Su la Stampa si legge anche che “il percorso verso la mobilità a emissioni zero è chiaro”, per poi aggiungere: “Uno degli aspetti più importanti riguarda il modo in cui dovremo accompagnare una transizione così rapida per l’intero ecosistema”. Breton pone l’accento sul fatto che “le grandi case automobilistiche possono diversificare, mentre i produttori di componenti possono essere attivi soltanto su specifici segmenti di mercato, con potenziali perdite di posti di lavoro, di know-how e di competitività”. La vera sfida riguarda la produzione di batterie: “Abbiamo assicurato investimenti nella produzione – continua il commissario – dovremmo essere in grado di soddisfare il nostro fabbisogno entro il 2025. Ma i nuovi rischi riguardano le materie prime, visto che ci sarà un aumento significativo della domanda. La richiesta di litio aumenterà di 15 volte entro il 2030, quella del cobalto e della grafite naturale di quattro, mentre il fabbisogno di nichel triplicherà entro il 2050”.
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