“Io sono contentissimo del risultato, ora però bisogna vedere che governo ne verrà fuori. Quale programma può mettere insieme questa nuova Francia? Il programma precedente, quello di Macron, non mi soddisfaceva ma lo capivo. Ora c’è grande confusione. Le Monde ha proposto un gioco ai lettori, costruire la loro maggioranza preferita, un puzzle quasi impossibile. Mi domando se la saggezza che ha portato a una grande coalizione repubblicana contro l’estrema destra, sia in grado di diventare operativa”. Lo dice Romano Prodi, ex presidente del Consiglio. Il professore in una intervista a Il corriere della Sera aggiunge sulle nomine Ue: “La maggioranza si fa con le forze che ci sono. Le elezioni francesi paradossalmente rendono il pacchetto di nomine proposto — von der Leyen, Costa, Kallas — il più realistico possibile. Poi nel voto segreto ci possono essere dei franchi tiratori. Vede, i franchi tiratori si dividono in due tipi. Ci sono quelli che hanno in antipatia il candidato e questi sono inconvincibili…”. E ancora: “Che l’Italia abbia un commissario di peso è ovvio. Lo ha sempre avuto. Poi sarà Meloni a spingere per Economia, Concorrenza, Bilancio o Agricoltura. Su questo piano non vedo rischi di emarginazione. Vedo invece il rischio che l’Italia non si segga ai tavoli delle decisioni informali insieme a Francia e Germania, fatto indispensabile perché quelli sono sempre stati i due motori trainanti”.
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