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Alluvione, il commissario Figliuolo assicura: “Se serve chiederemo altre risorse per la ricostruzione, ma non sarà come l’Irpinia”

La ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione lo scorso maggio deve essere fatta “in maniera veloce, non affrettata”, ma “bene”, cioé bisogna “essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno”, non come accaduto “in Irpinia” dopo il terremoto, perché “abbiamo il dovere morale e cogente” di assegnare le risorse in modo strutturale e sicuro. In commissione Ambiente della Camera, il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario alla ricostruzione, invita a “controlli veloci e informatizzati” per evitare il ripetersi di una situazione “che qui sicuramente non capiterà”, ma che a distanza di 40 anni rappresenta ancora un esempio di mala gestione. “Sento tutta la responsabilità di questo compito – esordisce in audizione – soprattutto per la valenza che spero possa avere per la popolazione delle regioni colpite che hanno tanto sofferto”. Fare bene e fare presto, insomma, riuscendo a ridurre le “lungaggini burocratiche” per avere “un’attenzione particolare a una gestione ordinaria e corretta delle risorse”.

PRESIDENTI DI REGIONE PRESTO SUB COMMISSARI. A breve, assicura Figliuolo, “individuerò nei presidenti di regione i subcommissari con i quali lavoreremo conducendo i necessari approfondimenti”, perché “il lavoro dovrà essere svolto in sinergia con il territorio”. Ecco perché, precisa, sono state avviate collaborazioni importanti con “il mondo accademico e universitario”, affinché venga delimitato “il perimetro dell’emergenza” e si lavori “con un orizzonte temporale più ampio” per attuare progetti strutturati “orientati a garantire una ricostruzione duratura che, nel rispetto dell’ambiente, assicuri la sicurezza dei cittadini e riduca, per quanto possibile, l’eventualità che ciò si ripresenti”. Gli obiettivi, ribadisce Figliuolo in Commissione, “non si possono perseguire senza un lavoro di squadra“.

ARCHITETTURA ECOSOSTENIBILE. Massima priorità, quindi, “all’incolumità pubblica e alla messa in sicurezza del territorio”, ponendo attenzione alla salvaguardia delle “peculiarità architettoniche, storiche e paesaggistiche di ogni località, ricercando nel complesso un’architettura ecosostenibile a tutela del preziosissimo patrimonio ambientale di ogni regione”.

POSSIBILE INTEGRAZIONE DI RISORSE. Sul fronte delle risorse necessarie alla ricostruzione dei territori, “ci siamo già attivati per l’apertura della contabilità speciale a me intestata”, spiega il generale Figliuolo. Per il 2023, ricorda, “sono stati stanziati 1 miliardo e 28 milioni di euro, mentre per il 2024 e il 2025 sono stati previsti, rispettivamente, 750 milioni e 841 milioni di euro”. Risorse che – assicura – una volta definito il quadro dei bisogni chiederemo di integrare con misure ad hoc coerenti, in termini temporali, con le reali capacità di spesa“. I primi a beneficiare dei fondi, “non appena avrò accesso alle risorse”, saranno i piccoli Comuni che sono quelli “più esposti finanziariamente”.

150MILA TONNELLATE DI RIFIUTI DA SMALTIRE. E se “il primo focus” è quello del dissesto idrogeologico, un problema non da poco è quello dei rifiuti. Sono 150mila, ricorda il generale, quelli da smaltire “entro metà settembre”. “Supporterò appieno la regione – assicura – nella soluzione delle tematiche più spinose connesse al trattamento delle macerie e dei fanghi affinché la loro gestione non aggravi la tenuta generale del sistema”.

EVENTO STRAORDINARIO. Quanto accaduto nelle regioni colpite dall’alluvione è stato un evento “straordinario” perché, sintetizza il generale, sono caduti “4 miliardi di metri cubi d’acqua, cioè una portata eccezionale” se si considera che “l’Emilia Romagna consuma in un anno 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua per uso civile, industriale” e per l’agricoltura. Oltre alle 17 vittime e ai 23mila sfollati, ricorda, “le stime dei danni contano decine di migliaia di edifici allagati dall’acqua e dal fango, migliaia di imprese agricole colpite, 782 strade parzialmente o totalmente interrotte e 1105 frane principali in 83 comuni”. Gli eventi alluvionali, “hanno interessato anche le Marche e la Toscana con numerose strade e infrastrutture interrotte o inagibili, frane, smottamenti, esondazioni, allagamenti, danni a case e ad attività produttive e commerciali”.

Elena Fois

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