“Il comparto è pronto per la transizione ecologica“, ma “manca una normativa definitiva, anche a livello internazionale” per permettere alle aziende di cambiare concretamente la produzione e “migliorare gli impianti per ridurre le emissioni di Co2“. Lo dice a GEA Sandro Bonomi, presidente di Avr, federata ad Anima Confindustria, che rappresenta le aziende italiane del settore valvole e rubinetteria. Bonomi si trova a Bergamo per partecipare all’Industrial Valve Summit, una delle più importanti fiere del settore. Le industrie di questo comparto lavorano per l’edilizia civile (rubinetteria sanitaria, valvole per impianti di riscaldamento e valvole antincendio, componenti e accessori, raccorderie) e per l’industria in generale e speciale (chimica, petrolchimica, energia, siderurgia, cantieristica navale e alimentare).
“La sfida di oggi – dice Bonomi – è proprio quella di rendere più efficienti i processi produttivi lungo la strada della transizione ecologica“. “Per fondere i metalli” necessari a realizzare le valvole, spiega, “si crea inquinamento. Per questo cerchiamo di utilizzare energia pulita nei nostri impianti e il grosso sforzo è destinato a creare prodotti ecosostenibili“.
Le valvole, ad esempio, finora sono state realizzate per essere utilizzate con il gas. “Ora parliamo di aggiungere idrogeno – dice il presidente di Avr – e le valvole devono passare, quindi, test diversi. I decisori politici stanno definendo le regole per decidere, ad esempio, quanto idrogeno deve essere aggiunto al gas. Dobbiamo saperlo anche perché dobbiamo testare le valvole sulla base della normativa” che regolamenterà questi aspetti. “Il Pnrr – ricorda – non contiene nulla di specifico su questo“.
Complessivamente il comparto è, però, sulla buona strada. Le valvole in ottone, ad esempio, hanno un percentuale altissima di riciclo. “Siamo i primi al mondo – ricorda Bonomi – nel riutilizzo dei rottami di ottone“. Ogni pezzo scartato durante le fasi di lavorazione viene nuovamente fuso e recuperato. “Anche per l’acciaio – spiega – il ciclo produttivo è sempre stato virtuoso“.
Ciò che serve ora, ribadisce il presidente di Avr, è “una spinta per trovare nuove risorse” da destinare alla transizione ecologica – e quindi anche energetica – con un “coordinamento” forte da parte di tutti i decisori.
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