“Siamo ormai alla fase finale. Penso che due, tre mesi potrebbero bastare. Rispetto agli 80 anni trascorsi, è un tempo assolutamente breve e ragionevole”. Lo dice Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e il Mare, parlando della legge quadro sulla ricostruzione. In una intervista a Il Sole 24 Ore spiega che “per l’Emilia-Romagna il Governo ha operato, negli adempimenti di sua competenza, con una celerità che non ha precedenti nella storia delle calamità italiane. Per la fase di ricostruzione è stato nominato un commissario straordinario nella persona del generale Figliuolo e la gestione commissariale si è attrezzata con una struttura operativa assolutamente all’altezza del compito. Io penso che le principali difficoltà siano legate all’assenza di un apposito Fondo, al quale dovrebbero concorrere tutti i ministeri interessati. Allo stato attuale ogni ministero interviene autonomamente senza una cornice temporale ben definita, e questo crea ritardi. L’altro ostacolo è legato alle procedure, che costringono spesso ad attese estenuanti”. Musumeci aggiunge che “in Italia alcune ricostruzioni sono andate avanti anche per 40, 50 anni e che ancora oggi la stessa ricostruzione post-sisma dell’Emilia-Romagna rimane formalmente aperta. Per questo serve un Codice per la ricostruzione e un limite temporale massimo, che il Ddl fissa in dieci anni”. Poi sulle polizze contro i rischi catastrofali sottolinea: “Siamo abituati a chiederci cosa fa lo Stato per noi. Purtroppo, parafrasando Kennedy, nessuno si chiede cosa ha fatto per mettere al sicuro i suoi beni”.
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