“Da singoli eventi come questi in Piemonte è aleatorio stabilire una relazione col riscaldamento climatico. Quel che è certo è che le precipitazioni estreme stanno diventando più frequenti e che gli oceani e l’atmosfera più caldi predispongono le condizioni per situazioni del genere”. Lo dice Daniele Cat Berro, climatologo della Società meteorologica italiana. In un colloquio con la Stampa sui danni provocati in Piemonte e Valle d’Aosta spiega: “È un anno straordinario, perché in vaste zone del nord Italia è già piovuto quel che in media piove nell’arco di un anno intero. La temperatura poi, in Piemonte, è leggermente sotto la media, di mezzo grado-un grado, rispetto all’ultimo trentennio. I ghiacciai ne hanno beneficiato, c’è ancora neve abbondante, vediamo come andrà nei prossimi mesi”. Forse c’è un rapporto di causa effetto fra riscaldamento climatico e temporali così forti: “Non siamo in grado di stabilire un rapporto diretto fra il fenomeno generale e il singolo evento, se non che le precipitazioni estreme stanno diventando più frequenti. Ciò avviene perché l’evaporazione da oceani più caldi nell’atmosfera più calda genera un’evaporazione più intensa, aumentando la probabilità di fenomeni estremi. Condizioni che rendono più probabile anche i passaggi fra periodi opposti: dalla siccità alla piovosità estrema”.
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