Governo al lavoro per proteggere beni culturali da calamità: dal Mic 374 milioni

Il governo lavora alla protezione del patrimonio italiano, nel “Paese più esposto in Europa ai rischi naturali” e che allo stesso tempo è il più ricco di beni culturali. Nello Musumeci e Alessandro Giuli incontrano gli esperti del settore per capire come imparare a convivere con emergenze che sono sempre più frequenti in un territorio fragile come il nostro e proteggere il suo immenso tesoro artistico.

Al momento, il ministero della Cultura ha finanziato circa 425 interventi per 374 milioni di euro per far fronte agli effetti degli eventi sismici. Per il ricovero delle opere d’arte nelle aree colpite da calamità poi è prevista la realizzazione di cinque depositi per la conservazione del patrimonio mobile: “Ci siamo accorti che la maggiore parte delle perdite avviene non tanto in seguito al sisma o all’evento calamitoso, ma subito dopo, a causa della mancanza di protezione, di vigilanza, di cura delle opere“, spiega Giuli. Questi depositi, detti ‘Recovery art’, sono previsti in punti distinti del Paese, per coprire la maggior parte del territorio e intervenire rapidamente con le misure di trasporto e conservazione. La spesa complessiva per la realizzazione è di 150 milioni di euro.

Negli ultimi anni è emersa un’attenzione collettiva per gli incendi boschivi, “la minaccia delle minacce nelle stagioni calde“, osserva il ministro della Cultura. Azioni di prevenzione e protezione non sono sempre sufficienti: per questo motivo il Mic ha predisposto delle procedure specifiche, che prevedono una struttura organizzativa straordinaria da attivare in situazione di emergenza che pongono a rischio beni di interesse culturale. “Si tratta di un’unità di crisi, una rete di sicurezza e di coordinamento a livello nazionale e regionale che garantisce la sinergia operativa costante con tutti gli istituti preposti, Prefetture, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine e volontari“, spiega.

Ringrazia per l’attenzione al tema Guido Castelli, commissario al sisma del 2016. Per far comprendere l’entità del lavoro da fare in caso di calamità, ricorda che nel solo cratere di sua competenza sono 30.704 i beni mobili recuperati, per i quali sono stati messi a disposizione 24 depositi, e che il numero degli edifici danneggiati (chiese, palazzi, manufatti) ammonta a 5.109. È in corso la creazione di altri quattro depositi, uno per ciascuna regione del sisma 2016. “Il nostro patrimonio di bellezza, cultura e tradizioni ha un enorme valore aggiunto – commenta – che abbiamo il dovere di conservare e tramandare alle future generazioni“.

Nella ritrovata sensibilità verso la prevenzione e non solo verso l’emergenza, sottolinea Musumeci, “si evidenzia la necessità di bussare alla porta dell’Ue“. La proposta è quella di chiedere di formare un istituto internazionale che possa cooperare con gli Stati membri per un organismo atto a intervenire in caso di necessità “e anche senza necessità“, ribadisce.

Il punto è contribuire a rendere la convivenza con le calamità “vigile, serena, responsabile, consapevole“, scandisce il ministro della Protezione civile. Questo chiede alla comunità italiana: “Di toccare meno il corno rosso, toccare meno il ferro, fare meno scongiuri e lavorare per vivere bene su una terra fragile e bellissima“.

Chiara Troiano

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