La transizione verde dell’Eu poggia su circolarità filiera vetro

Uno dei mercati più grandi al mondo, con una produzione di 39,1 milioni di tonnellate nel 2021. Come confermano i dati dell’organizzazione di settore Glass Alliance, l’Europa del vetro continua a crescere e spalanca la finestra del lavoro a oltre 106 mila lavoratori in tutta l’Unione europea, dalla sua lavorazione al riciclaggio. Dall’edilizia alle automobili, dalle celle fotovoltaiche ai prodotti ad alta tecnologia utilizzati per veicoli spaziali e satelliti, l’industria del vetro è non solo un settore sempre più innovativo, ma anche altamente strategico per le ambizioni dell’Unione di ritagliarsi un ruolo di leader globale dell’industria 4.0.

Ma è proprio da qui che passa anche il rispetto delle ambizioni di sostenibilità ambientale dell’Ue, che non può permettersi di ignorare l’importanza del riciclaggio dei prodotti vitrei. Lo mette in chiaro il Manifesto dell’industria europea del vetro, un vero e proprio programma per la sostenibilità ambientale, in linea con gli obiettivi Ue di neutralità climatica entro il 2050. “Scegliere il vetro significa scegliere un futuro migliore e prendere l’impegno di fare la nostra parte per renderlo realtà”, sottolinea il documento accolto in Italia da Assovetro. Le qualità ‘verdi’ di questo materiale risiedono in particolare nella sua circolarità – “riutilizzabile e riciclabile all’infinito, senza perdere nulla in qualità” – nell’utilizzo di materie prime naturali e nella sicurezza igienica: “Il vetro agisce come una barriera rispetto agli agenti esterni” a garanzia “non solo della qualità del prodotto, ma anche della salute delle persone che lo usano”.

Tuttavia, l’impegno dell’industria europea del vetro non può essere solo teorico. Ecco perché negli ultimi anni sono state avviate iniziative cruciali per la messa a terra degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Lanciata nel giugno del 2020, ‘Close the Glass Loop’ è la prima piattaforma industriale europea nata per gestire e coordinare la filiera del riciclaggio del vetro, con un target preciso: raggiungere entro il 2030 un tasso di raccolta del 90% su tutto il territorio comunitario, stimolando allo stesso tempo l’aumento della produzione di vetro riciclato di maggiore qualità. Dopo un anno dalla nascita di ‘Close the Glass Loop’, l’European container glass federation (Feve) ha reso noto che l’iniziativa sta dando i primi risultati sperati: il tasso medio di raccolta e riciclo degli imballaggi in vetro nell’Ue e nel Regno unito ha raggiunto l’80% nel 2020, migliorando il livello di partenza del 76% dell’ultimo anno pre-COVID.

Un risultato che non è frutto del caso, ma di un’attenta strategia che ora si rivolge anche al grande pubblico. Una mano e una bottiglia che si formano nelle frecce della circolarità: questo è il marchio di garanzia impresso sui contenitori di vetro delle aziende che aderiscono agli impegni di sostenibilità ambientale della filiera europea. Su bottiglie, vasetti, boccette di profumi e cosmetici, il ‘Glass Hallmark’ – lanciato nel novembre del 2020 – rende riconoscibili qualità e benefici della scelta di un packaging in vetro, non per ultima la promozione del riciclaggio e dell’economia circolare. A testimoniare l’importanza della sensibilizzazione dei consumatori basta citare i dati forniti da un sondaggio condotto da InSites Consulting per Feve su oltre 10 mila cittadini europei: il 91% degli intervistati ha raccomandato il vetro come miglior materiale per la conservazione di cibi e bevande, ma solo il 42% lo acquista per la sua caratteristica di riciclaggio quasi infinito. Se il vetro può guidare lo sviluppo tecnologico e la transizione verde dell’Unione europea, è necessario sensibilizzare quei due cittadini su tre che ancora non ne riconoscono i benefici sul lungo periodo per la tutela dell’ambiente e per la lotta al cambiamento climatico.