L’Esa al lavoro per una vita sostenibile sulla Luna. Obiettivo ‘zero rifiuti’

Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità“. E’ il 20 luglio 1969, e Neil Armstrong compie la prima camminata sulla Luna. Immagini e frasi che segnano un’epoca e che, a distanza di oltre mezzo secolo, vedono l’uomo proiettato sempre di più sul satellite della Terra. Tanto che l’Agenzia spaziale europea (Esa) lavora a questo scenario futuristico, in chiave sostenibile. La vita sulla Luna è davvero possibile? La risposta è scontata, visto che l’organizzazione internazionale ci sta lavorando. Una cosa sembra certa: “Non ci saranno rifiuti”. Che sia una questione di gravità o la voglia di non ripetere l’esperienza del pianeta Terra, un progetto specifico ha studiato un nuovo metodo di stampa 3D che potrebbe consentire il riutilizzo di rottami metallici recuperati da vecchi veicoli spaziali o lander (le navicelle d’atterraggio) per la produzione sulla Luna di nuove parti ad alte prestazioni.

Nessuno scherzo né sceneggiature per film di fantascienza. “Questo progetto ha dimostrato che la tecnologia Lmm per produzione di metalli basata sulla litografia è in grado di utilizzare polvere riciclata per il materiale di base e fornire un flusso di lavoro sostenibile a zero rifiuti”, commenta Gerald Mitteramskogler, amministratore delegato di Incus, azienda austriaca tra i capofila del progetto.

Nel concepire una presenza umana stabile e fissa sulla Luna si ragiona a modelli di vita e modelli economici. Ebbene, continua l’Esa, “per stabilire un’economia lunare vitale, i futuri coloni dovranno utilizzare tutte le risorse a loro disposizione, compresi i rottami metallici”. Vuol dire riciclo e riuso. In estrema sintesi: economia circolare al 100%. Obiettivo imprescindibile, perché per rimanere sulla Luna uomini e donne del futuro “dovranno superare le sfide ambientali, in particolare l’elevata probabilità che i processi di produzione vengano contaminati dalla polvere lunare”. Da qui la voglia di andare avanti. I risultati raggiunti sono incoraggianti, e né l’Esa né Incus intendono fermarsi. “Prevediamo che ulteriori sviluppi nelle tecnologie di riciclaggio dei metalli apriranno la strada a materiali metallici con processi di sinterizzazione più consolidati per l’ambiente lunare”, confida Mitteramskogler.

Anche all’Agenzia spaziale europea si ostenta ottimismo. “Considerando la sfida di riportare gli esseri umani sulla Luna e costruire una base, il tema dell’utilizzo delle risorse in situ sta guadagnando slancio significativo”, sottolinea Martina Meisnar, funzionario tecnico dell’Esa per il progetto. “Metodi di produzione come Lmm sono ottimi candidati per supportare tale impresa”. A distanza di oltre mezzo secolo dalla passeggiata di Armostrong la corsa alla Luna dunque prosegue. Ma in ottica sostenibile.

Chiara Troiano

Recent Posts

Amazon, innovazione globale per imballaggi passa dal Lab di Vercelli

L'Operations Innovation Lab di Vercelli è il primo hub di Amazon in Europa in cui…

7 ore ago

Si rafforza asse Italia-Germania. Urso: “Dazi Usa? Serve una politica industriale europea”

(Foto: Mimit) Un anno fa la firma del Piano d'azione italo-tedesco, oggi il primo forum…

9 ore ago

Imprese, Snam: Coinvolti 600 dipendenti nel roadshow contro violenza di genere

Ha fatto tappa oggi a Crema, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle…

9 ore ago

Petrolio, prezzo Brent in forte calo: 72,62 dollari al barile (-2-69%)

E' in forte calo il prezzo del Brent. In serata il greggio più 'nobile' accusa…

10 ore ago

Amazon, nel Lab di Vercelli test per buste bio-based. Entro l’anno novità su droni

Ideare e sperimentare nuove tecnologie per rendere sempre più sostenibile la filiera del packaging. È…

11 ore ago

Indonesia, a Sumatra 16 morti e 7 dispersi per inondazioni-2-

Inondazioni improvvise e frane hanno colpito quattro distretti della provincia di North Sumatra. Il distretto…

11 ore ago