“Con la revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, su cui è stato raggiunto proprio la settimana scorsa l’accordo fra Europarlamento e Consiglio, i limiti europei per i vari inquinanti saranno più che dimezzati, avvicinandoli a quelli dell’Oms, e quindi l’Italia, che già oggi è sotto procedura d’infrazione per violazione sistematica dei limiti Ue, dovrà confrontarsi con dei tetti ancora più stringenti”. Così Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale, commentando la situazione di aria irrespirabile della pianura Padana. In una intervista a Il Corriere della Sera aggiunge: “Vorrei sfatare il mito che identifica l’industria come primo problema”. E ancora. “A Milano il traffico veicolare incide tra il 60 e il 70% sull’inquinamento dell’aria, seguito dagli impianti di riscaldamento, mentre nella Pianura Padana sono gli allevamenti intensivi i principali responsabili e l’industria incide solo per il 10%”. Le previsioni per il futuro, secondo Miani, non sono rosee: “Negli ultimi anni il numero di morti precoci è calato, ma nel frattempo stanno insorgendo altri fattori che sono destinati a peggiorare la situazione nei prossimi anni, fra cui l’emergenza climatica: l’inverno scorso, per esempio, è stato particolarmente letale perché è piovuto pochissimo e quando non piove l’aria resta carica di inquinanti più a lungo”.
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