Cover per cellulari, se ‘eco’ è meglio

Ogni anno vengono acquistati nel mondo oltre 1,5 miliardi nuovi telefoni cellulari. La vita media di uno smartphone infatti è di appena 22 mesi, poi viene sostituito. E molto più spesso vengono cambiate le cover del cellulare. Una pratica che aumenta in modo esponenziale il consumo di plastica, che poi non è possibile riciclare completamente. Se un cellulare ‘dura’ infatti nemmeno due anni, ancora meno durano le cover che soprattutto i più giovani sostituiscono a seconda delle mode o dell’umore. Per ogni cellulare infatti si possono stimare almeno tre cover. E per ogni modello nuovo di smartphone si ricomincia da capo, perché a quelli nuovi non si adattano più le cover vecchie. Insomma un circolo vizioso che può avere un forte impatto sull’ambiente. Ma mettiamo il caso che il rapporto sia comunque 1 cellulare=1 cover. In media, una custodia per telefono pesa 20 grammi e, poiché i consumatori si liberano di oltre 1,5 miliardi di custodie ogni anno, il peso totale raggiunge le 30 tonnellate che finiscono in discarica se le cover non sono green.

QUELLO DELLE CUSTODIE È UN MERCATO FIORENTE

In tutte le città capita di incappare in quei negozi che vendono solo custodie per cellulari, pareti intere di cover colorate realizzate prevalentemente in silicone o plastica. La vera soluzione per non creare rifiuti non smaltibili sono le cover biodegradabili al 100%. Da qualche tempo Bigben, società francese specializzata in accessori e prodotti di elettronica di consumo di vario genere, ha lanciato sul mercato la linea Just Green di accessori per smartphone. Questi prodotti sono made in Europa, favoriscono l’economia di prossimità e contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2 grazie anche a una confezione ridotta all’osso, 100% compostabile e biodegradabile.

COVER BIODEGRADABILI

iNature invece è stata la prima cover made in Italy 100% biodegradabile. La particolarità di iNature è il materiale: una bioplastica in grado di degradarsi nel giro di pochi mesi. La cover biodegradabile è disponibile sia per iPhone sia per smartphone Samsung e la sua sensibilità ambientale ha colpito anche il Wwf: dalla partnership tra Wwf e iNature è nata la cover biodegradabile che rispetta l’ambiente e salvaguarda gli animali. Questa custodia infatti impiega solo 112 giorni per diventare ‘compost’, mentre le cover in plastica impiegano decine di anni per decomporsi.

IL PROBLEMA DEGLI ALTRI MATERIALI

Esistono poi le cover in pelle e molti credono che siano più sostenibili rispetto a quelle di gomma. In parte è vero, ma non è tutto oro quel che luccica. La pelle infatti viene trattata prima di diventare custodia per telefoni; i coloranti e le sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire e preservare la pelle possono danneggiare il pianeta. A meno che questo processo non impieghi conservanti biocompatibili, gli effetti delle custodie in pelle sull’ambiente sono simili a quelle di plastica. Non va meglio per le cover in fibra di carbonio, perché qui il problema sta a monte: per realizzare una tonnellata di questo materiale si consuma 14 volte l’energia necessaria per produrre circa lo stesso peso di acciaio. Inoltre le fibre di carbonio sono durevoli e non si decompongono. E il silicone? Idem, come sopra. Durante il processo di produzione di tutti i prodotti sintetici, le acque di scarto e i gas emessi hanno un impatto sull’ambiente circostante. In più le coperture in silicone rilasciano sostanze tossiche nell’acqua di scarto che possono compromettere la vita di pesci e microrganismi.

LA NUOVA VITA DELLE VECCHIE COVER

Nel corso del tempo le case produttrici di cover si sono riconvertite alla sostenibilità e si sono impegnate a realizzare prodotti riciclabili. C’è dunque chi li realizza in elastomero bioplastico e materiali in paglia di lino, rendendoli compostabili e resistenti o chi utilizza il sughero 100% green. La svedese A good company invece oltre a realizzare ogni singola custodia in materiale completamente compostabile, destina il 4% di ogni acquisto per implementare iniziative eco-compatibili in tutto il mondo. La spagnola Popsicase invece realizza le sue cover con reti da pesca abbandonate e alluminio di scarto. Quando la custodia non piace più o è inservibile perché si è cambiato cellulare, l’azienda la ritira e la ricicla per farne altre. Inoltre aiuta anche il pianeta compensando le emissioni di CO2 e promuovendo campagne a difesa degli oceani.

COME LA CUSTODIA DIVENTA PORTASAPONE O ETICHETTA PER BAGAGLI

Infine c’è chi aguzza l’ingegno e dà nuova vita alle vecchie cover. Diversi siti infatti suggeriscono idee per trasformare le custodie che non si usano più; un suggerimento è quello di utilizzarle come porta saponetta. Le cover infatti hanno un bordino rialzato che impedisce alla saponetta di scivolare via, e persino un buco che fa scolare l’acqua per evitare ristagni. Inoltre possono diventare anche dei sottobicchieri oppure delle etichette da applicare ai bagagli quando si parte per un viaggio.

Giulia Proietto Billorello

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