Da Smart City a Smart Land, un futuro innovativo per le Langhe

Marco Andriano è il Sindaco di Roddino, piccolo Comune delle Langhe, ed è assessore dell’Unione di Comuni delle colline di Langa e del Barolo. Luoghi bellissimi e pieni di fascino, che hanno conosciuto la grande povertà e le sofferenze raccontate da scrittori come Cesare Pavese o Beppe Fenoglio nella prima metà del Novecento e lo straordinario successo, quindi il benessere, degli ultimi trenta anni con l’esplosione della passione per i grandi vini pimontesi, per il tartufo, le nocciole, le molte delizie del territorio e i paesaggi straordinari. Luoghi da sogno, in cui la qualità della vita è altissima. Si pensa. Ma qui inizia il nostro percorso di approfondimento. Andriano e alcuni dei suoi colleghi ci conducono in questo breve viaggio per comprendere le difficoltà di aree fortunate ma in cui il potenziale altissimo viene avvilito e ridotto dalla difficoltà ad accedere ai servizi. A qualunque servizio. Il futuro e il benessere stanno nell’innovazione e nella sostenibilità. Una visione strategica che è condivisa dall’Unione e anche da altri Comuni esterni ad essa, come Diano d’Alba, Albaretto Torre, Serralunga d’Alba, Montelupo Albese e Rodello.

Nei nostri comuni – spiega Andriano – oltre il 20 per cento della popolazione ha più di 70 anni, il turismo è in crescita esponenziale e registra un incremento continuo ma le giovani famiglie – che sarebbero la garanzia di un futuro florido – sono sempre meno: perché? È la domanda che abbiamo tenuto come riferimento nel pensare il nostro progetto per il bando Rigenerazione Urbana riservato ai piccoli Comuni: un progetto che vogliamo sia innovativo e ci permetta di disegnare un futuro sostenibile, sia socialmente che ambientalmente”.

La risposta a quella domanda è scritta nelle continue difficoltà in cui si incespica nello svolgersi della vita quotidiana: “Le giovani coppie sono sempre meno perché venire a vivere qui non è una scelta semplice. Il problema è la difficoltà nell’accedere a qualunque servizio, in particolare per le famiglie. Le scuole non ci sono in tutti i Paesi, non ci sono asili nido, l’ospedale è mediamente a 20-25 chilometri. Sarebbero tutte questioni non insormontabili, in teoria. Ma il trasporto pubblico è praticamente inesistente, gli scuolabus sono vecchi di oltre venti anni e inquinanti. E la connettività, la rete veloce, non c’è. E sarà così almeno fino al 2023. Se voi foste una giovane famiglia, giovani imprenditori o persone con un lavoro che è possibile svolgere da remoto come accade ormai a moltissimi, una famiglia attratta dalla possibilità di vivere tra le colline, in pace e tranquillità, potreste prendere in considerazione questi luoghi? La risposta è no, a queste condizioni”.

Prosegue il presidente dell’Unione Comuni delle colline di Langa e del Barolo, il sindaco di Novello, Roberto Passone: “Ci siamo dati allora alcuni obiettivi, molto pratici e non impossibili da raggiungere: trattenere e attrarre i giovani e le imprese creative; assicurare connettività stabile a imprese e cittadini; contrastare la desertificazione commerciale; promuovere il turismo e i produttori locali; attivare servizi di prossimità efficienti soprattutto per la presa in carico e il monitoraggio a domicilio delle persone fragili; attivare un servizio di consulenza specialistica diretta e in telemedicina di raccordo con i medici di base e i medici ospedalieri. E la recente crisi energetica ci sta portando ad un altro importante problema: il costo dell’energia e degli idrocarburi. Quindi abbiamo l’intenzione di realizzare infrastrutture e servizi di mobilità flessibile: mobilità scolastica; mobilità turistica che comprende lo spostamento meccanico, sentieristico e bike; mobilità sociale”.

Spiega Ezio Cardinale, sindaco di Diano d’Alba: “Se in molti comuni non c’è la scuola, il trasporto diventa un elemento chiave per garantire il diritto all’istruzione dei nostri giovani. Non parliamo di una questione di comodità. Ogni alunno paga oggi mediamente 280 euro l’anno solo per il trasporto, ma il costo reale del trasporto sfiora i 700 euro annui e la differenza la mettono le amministrazioni comunali. Questo costo comprende lo stipendio degli autisti, degli accompagnatori, del gasolio e delle manutenzioni: gli ultimi due punti inficiati dall’inefficienza dei mezzi che mediamente hanno almeno 20 anni di servizio. I nostri mezzi non sono né comodi e i costi tendono a salire. Potrebbero anche diventare insostenibili, sia per le famiglie che per i Comuni”.

In territori così vasti e comunità tanto diffuse, quello del trasporto è ‘il tema’ anche per altri aspetti della vita. Quello turistico, ad esempio.

Io scelgo le mie vacanze in base alla possibilità di avere un buon trasporto pubblico, a destinazione – racconta Marco Andriano -. Arrivo, poso l’auto e non voglio più utilizzarla. Negli anni ho quindi visto che in molti luoghi, sia in Italia che all’estero, questo è possibile, il sistema è sviluppato perfettamente. I turisti che vengono da noi, e in particolare gli stranieri, sarebbero disponibilissimi a utilizzarlo, se esistesse… Ma l’unico modo per raggiungere e vivere le Langhe è spostarsi in auto, il che comporta l’aumento del traffico, l’usura delle strade, aumento dell’inquinamento, problemi di sicurezza e anche un problema di costi”.

Non solo: “Non esiste una mobilità ‘sociale’ volta a chi avrebbe bisogno di spostarsi per motivi sanitari o commerciali. E non sono soltanto gli anziani, ma pensiamo anche a giovani e giovanissimi e alla loro potenziale vita sociale”.

Conclude Andriano: “Da anni sentiamo parlare di ‘SMART CITY’ ma dobbiamo pensare allo ‘SMART LAND’. Vogliamo davvero dare vita a una rivoluzione per il nostro territorio. E passare al trasporto elettrico può essere una delle chiavi, una grande opportunità, perché possiamo agire su almeno tre leve: minor costo di manutenzione tipico dei mezzi elettrici, minor costo del carburante creando le infrastrutture rinnovabili sul territorio, ottimizzando le ore di impegno degli autisti che mediamente hanno tre ore settimanali per approvvigionamento gasolio e manutenzioni varie”. La progettazione legata a questa visione di futuro, però, non si ferma ai trasporti, ovviamente: “Pensiamo alla sicurezza sui percorsi, guida turistica online, mostre, abbattimento delle barriere architettoniche, percorsi culturali, spazi dedicati ai giovani per lo sport, socialità, autogestioni, ecc… un centro per l’infanzia e ovviamente la connessione veloce a internet: fondamentale”.

Questo grande disegno si scontra però, al momento, con la possibilità di accedere ai finanziamenti adeguati: “Il bando rigenerazione urbana non finanzia l’acquisto di mezzi e l’infrastrutturazione con le stazioni di ricarica. Nel bando si passa dal finanziare i sentieri alle reti della metropolitana: manca tutta la parte centrale, quella che aiuterebbe i territori come il nostro, tipici del nostro Paese, ad accelerare la svolta sostenibile. L’obiettivo, il disegno generale delle politiche nazionali è corretto ma poi mancano gli strumenti corretti: questa è l’impressione. Ma noi non ci arrendiamo di certo. Vogliamo diventare Smart Land, vogliamo un futuro sostenibile e connesso, vogliamo Langhe piene di giovani e bambini”.

Nadia Bisson

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