Dal Pnrr 200 milioni per rendere ‘green’ le isole minori italiane

Duecento milioni di euro del Pnrr per incentivare la transizione ecologica delle isole minori. È con questo scopo che è nato il progetto ‘Isole verdi’ promosso dal Governo e sostenuto dal ministero della Transizione ecologica. I termini, da parte delle amministrazioni delle piccole isole, per presentare richiesta di finanziamento, sono stati prorogati e scadono il 22 aprile. La proroga è stata disposta per superare eventuali difficoltà nella trasmissione delle istanze di finanziamento causate dal malfunzionamento della piattaforma del ministero, che si è verificato a seguito dell’attacco informatico delle settimane scorse.

I COMUNI COINVOLTI NEL PROGETTO

Il programma è finalizzato a promuovere il miglioramento e rafforzare, in termini ambientali ed energetici, i Comuni delle 19 isole minori non interconnesse, attraverso la realizzazione di progetti integrati di efficientamento energetico e idrico, mobilità sostenibile, gestione del ciclo rifiuti, economia circolare, produzione di energia rinnovabile e diverse applicazioni per gli usi finali. I Comuni interessati al programma sono Isola del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, Isole Tremiti, Ustica e Pantelleria; Leni, Malfa e Santa Marina Salina, tutti ricadenti nell’Isola di Salina; Favignana, Lampedusa e Lipari. I 13 Comuni, destinatari del programma, potranno dunque impiegare i fondi del Pnrr per rafforzare la gestione energetica ed ambientale del territorio. Nello specifico, il programma ‘Isole verdi’ intende a trasformare i piccoli territori in modelli virtuosi, ’100% green’ e auto-sufficienti. L’ obiettivo è realizzare, entro il 30 giugno 2026, almeno tre delle tipologie di interventi fra quelli previsti, a partire dalle singole specificità territoriali e secondo una logica integrata di gestione efficiente delle risorse.

QUALI PROGETTI POSSONO ESSERE FINANZIATI

Tra le tipologie di interventi finanziabili spiccano quelle relative alla tutela dell’ambiente e alla gestione dei rifiuti. E il ministero fa qualche esempio: acquisto di materiale e attrezzature per migliorare il sistema di raccolta differenziata (sacchi, mastelli, ceste, cestini, ecc.); oppure l’attivazione di protocolli ‘Plastic free’ che vietino l’utilizzo di imballaggi e stoviglie monouso in plastica e prevedano, ad esempio, installazione di erogatori di acqua potabile e distribuzione di borracce riutilizzabili; acquisto e distribuzione di imballaggi e stoviglie fabbricate con biopolimeri di origine vegetale e compostabili; promozione di campagne di pulizia delle spiagge o azioni mirate per ripulire i fondali marini (ad esempio recupero attrezzi da pesca dispersi in mare). Sarà finanziabile anche l’acquisto di sistemi di raccolta automatici, e/o robotizzati, e sistemi galleggianti per la raccolta dei rifiuti in mare (da installare nelle marine, nelle aree portuali e darsene, negli specchi d’acqua degli stabilimenti, ecc.) oltre all’acquisto di materiale e attrezzature propedeutiche a supportare la raccolta/recupero e lo stoccaggio per il riciclo da parte dei diversi utenti del mare (diportisti, pescatori, ecc.) della plastica recuperata in acqua, anche sostenendo specifiche campagne e prevedendo incentivi in tal senso. Si potranno anche acquistare natanti a impatto zero appositamente deputati alla raccolta e alla pulizia del mare dai rifiuti presenti e finanziare attività di formazione, informazione e coinvolgimento delle utenze e dei turisti.

PRIMI PASSI, MA ANCORA TANTA STRADA DA FARE

Da tempo Legambiente e l’Istituto atmosferico del Cnr (Cnr-Iia) promuovono l’osservatorio ‘Isole sostenibili’ ed elaborano l’omonimo rapporto annuale che pone al centro le 27 isole minori italiane abitate. Tanti sono gli esempi di buone pratiche, ma resta ancora tanta strada da fare in tema di servizi, soprattutto nell’ambito dell’acqua e della gestione delle acque reflue. Dal punto di vista dell’energia, sono 20 su 27 le isole minori non interconnesse alla rete elettrica nazionale. “Nonostante diverse presentino alcuni dei potenziali di soleggiamento e ventosità più promettenti in Italia – riferisce lo studio – in queste isole larga parte dei fabbisogni viene garantito da vecchi e inquinanti impianti a gasolio portato via nave. I numeri delle installazioni di impianti da fonti rinnovabili sono, per contro, tra i più bassi a livello nazionale”. Tra fotovoltaico ed eolico, complessivamente, al 31 dicembre 2020 le isole minori contavano 2014 impianti per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, per un totale di 15.764 kWe di potenza. Nel settore idrico, le isole minori si trovano ad affrontare da un lato il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile, strettamente legato alla scarsità delle risorse locali, dall’altro quello della depurazione delle acque reflue, ancora oggi non garantita in tutte le isole. La carenza di acqua potabile costringe alcune di queste a dipendere (in certi casi anche durante tutto l’anno) dal trasporto attraverso navi cisterna o da impianti di desalinizzazione, con criticità che aumentano in estate. Mentre sul fronte depurazione, quasi il 40% delle isole analizzate non dispone di un sistema di trattamento delle acque reflue. Sul fronte dei rifiuti, tra il 2010 e il 2019, la capacità di differenziare è cresciuta un po’ ovunque e anche le isole hanno fatto la loro parte. Rispetto al 2018, nel 2019 i maggiori incrementi nella percentuale di raccolta differenziata sono stati osservati a Ustica (dal 5 al 20%), nelle Egadi (dal 15 al 38%), nelle Pelagie (dal 16 al 38%), nelle Tremiti (dal 21 al 38%) e a Salina (dal 39 al 51%). Infine, un altro problema riguarda la mobilità: il numero di auto per abitante si conferma ancora troppo alto in molte isole minori. “Le isole con il parco auto più giovane – spiega lo studio Legambiente – sono San Pietro con il 73% e Isola d’Elba con il 68% di Euro 4,5,6; quelle con il parco auto più vecchio sono invece le Isole Pelagie e le Isole Tremiti che contano rispettivamente il 58% e 53% di Euro 0,1,2,3”.

Nadia Bisson

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