Argento in zona 40 dollari, al massimo da 14 anni in scia a boom di investimenti

Tutti a guardare l’oro, ma il 2025 ha decreto il grande ritorno sulla scena dell’argento, ormai in zona 40 dollari l’oncia. Record da 14 anni. Quasi +10% mensile e +36% da inizio anno. Terzo nel gradino del podio nel rally scattato sui metalli, che vede il platino primo con una performance del 62% e il rame secondo – oggi nuovo massimo di sempre – con +45,6%. Poi appunto c’è il “silver”, che ha corso di più dell’oro (+30% da Capodanno).

A rafforzare la galoppata, oltre alle ormai tradizionali incertezze geopolitiche ed economiche, hanno contribuito anche segnali positivi dal fronte dei metalli industriali, in particolare dopo la ripresa dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, che ha restituito fiducia al comparto. Ne è prova il boom dei prodotti finanziari legati all’argento: gli afflussi netti nei prodotti negoziati in Borsa (Etp) supportati dal metallo hanno raggiunto quota 95 milioni di once nella prima metà dell’anno, superando già il totale dell’intero 2024, si legge nell’ultimo report del Silver Institute.

Al 30 giugno, le partecipazioni globali in Etp hanno toccato quota 1,13 miliardi di once, solo il 7% sotto il massimo storico di 1,21 miliardi registrato nel febbraio 2021. A giugno, grazie anche alla stabilità dei prezzi, il valore complessivo di queste partecipazioni ha superato per la prima volta i 40 miliardi di dollari, spinto da un’impennata degli acquisti che da sola ha contribuito a circa metà della crescita da inizio anno.

Anche sul mercato dei futures si registra un’accelerazione. Sulla piattaforma Cme, la posizione lunga netta (quella rialzista) al 24 giugno è risultata in aumento del 163% rispetto alla fine del 2024. Un dato che riflette l’impegno crescente degli investitori istituzionali, sempre più attratti dall’argento come riserva di valore. La media delle posizioni lunghe nei primi sei mesi del 2025 è infatti la più alta dal primo semestre del 2021. Il quadro degli investimenti al dettaglio in argento è invece più articolato.

In Europa, la ripresa iniziata a fine 2024 è proseguita anche quest’anno, pur restando su livelli ancora inferiori al triennio 2020-2022. Tuttavia, il rallentamento delle vendite sul mercato secondario ha favorito la domanda di lingotti e monete nuove. In India, la crescita è ancora più evidente: nei primi sei mesi del 2025 la domanda è salita del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sostenuta da aspettative di prezzo ancora forti. Situazione opposta negli Stati Uniti, dove le vendite da parte degli investitori al dettaglio rimangono elevate.

La prospettiva di realizzare guadagni ha spinto molti a monetizzare, indebolendo la domanda di nuovi prodotti. Inoltre, l’assenza di crisi recenti – come il fallimento della Silicon Valley Bank nel 2023 – ha ridotto l’urgenza di investire in beni rifugio. Di conseguenza, la domanda al dettaglio di argento negli Usa è stimata in calo di almeno il 30% da inizio anno. Guardando ai prossimi mesi, scrive il Silver Institute, il mercato delle monete e dei lingotti potrebbe assistere a un’intensa attività, anche se la domanda di nuovi conii potrebbe restare contenuta. Il superamento della soglia dei 40 dollari per oncia rappresenta un possibile spartiacque: alcuni investitori potrebbero decidere di incassare, mentre altri potrebbero entrare nel mercato anticipando ulteriori rialzi, sottolinea infine il Silver Institute. Quale direzione prenderà il mercato dell’argento dipenderà dunque dalla fiducia degli investitori e dalla tenuta dei fondamentali in un contesto globale ancora altamente instabile. Ma una cosa appare chiara: per l’argento, il 2025 segna una decisa rinascita.

Elena Fois

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