“La nostra parte la stiamo chiaramente facendo. Abbiamo bisogno della seconda parte. Abbiamo bisogno di un’urgente revisione delle regolamentazioni a Bruxelles”. L’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, ospite della puntata di ‘Cinque minuti’ di Bruno Vespa, torna a strigliare l’Europa e lo fa puntando il dito contro le regole ancora troppo “restrittive” che “devono essere urgentemente” riviste. Un ragionamento, quello del ceo, che ricalca gli annunci fatti la scorsa settimana in occasione dell’incontro con i sindacati a Mirafiori, a cui aveva chiesto collaborazione proprio per fare pressione su Bruxelles, affinché la normativa torni a riflettere “la realtà del mercato” per “restituire ai clienti europei la libertà di scegliere la macchina che vogliono, come negli Stati Uniti”.
E la differenza tra la due sponde dell’Atlantico, dice a Vespa, è proprio questa. Negli Usa, “un mercato che esprime 16 milioni di vetture vendute all’anno” spiega, “abbiamo annunciato un investimento di 13 miliardi di dollari in 4 anni”. Qui, infatti, “la nuova amministrazione hanno trasformato le regole con un pragmatismo unico e rapidissimo e quindi hanno restituito agli americani la scelta di comprare la vettura che vogliono. In Europa le regole sono ancora restrittive e devono essere urgentemente” riviste.
Quattro le richieste lanciate da Stellantis all’Ue. La prima, rimarca Filosa, “è aprire al concetto di neutralità tecnologica”. La seconda è quella di puntare al rinnovamento del parco circolante. In Europa oggi, spiega, “ci sono 256 milioni di vetture; 150 milioni hanno più di 12 anni, quindi inquinano di più di quelle moderne”. Inoltre, il gruppo chiede un focus specifico sulle vetture piccole “per le quali l’Italia è il leader mondiale e la quarta cosa, abbiamo bisogno che i target sui veicoli commerciali siano modificati urgentemente perché sono irraggiungibili”.
Il vero problema, insomma, non sono i costruttori cinesi “per quanto agguerriti nella loro concorrenza”, ma le regolamentazioni “che partono da Bruxelles, che non sono realistiche e che stanno indebolendo quello che di meglio abbiamo, ovvero l’industria automobilistica europea ed italiana. Se cambiano queste regolamentazioni, noi abbiamo di tutto per tornare a quello che eravamo prima: design, innovazione, tecnologia, progettualità”.
Ma i target previsti nel nostro Paese restano quelli annunciati nei mesi scorsi. L’impegno di Stellantis con l’Italia “non è in discussione”, assicura, perché “è al centro del progetto strategico che abbiamo del nostro futuro. E lo stiamo dimostrando con fatti concreti”. Mercoledì, infatti, sarà lanciata la Jeep Compass a Melfi in Basilicata e fra un mese la Fiat 500 ibrida a Mirafiori a Torino. Progetti che non prevedono “ridimensionamenti”, anzi: “il nostro piano – dice Filosa – assegna a ciascuno stabilimento in Italia una chiara missione produttiva, per tutte le fabbriche, senza nessuna esclusione. Noi stiamo investendo 2 miliardi di euro in un anno solo in Italia, stiamo acquistando 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori tutti italiani. Stiamo facendo la nostra parte”.
Certo, a pesare sulla competitività italiana – che comunque “su alcuni fattori è assolutamente imbattibile” – è anche il costo dell’energia. “Nel 2024 – spiega Filosa – in Spagna 1 MW ci costa dai 70 agli 80 euro. In Italia nello stesso anno la stessa quantità di energia costa più del doppio, 182 euro”. Ecco perché “stiamo parlando col governo italiano, sono ricettivi, stiamo intrattenendo con loro un dialogo costruttivo, speriamo di arrivare a conclusioni favorevoli”.
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