US President Donald Trump speaks with members of the US Customs and Border Patrol as he tours the border wall between the United States and Mexico in Calexico, California on April 5, 2019. President Donald Trump landed in California to view newly built fencing on the Mexican border, even as he retreated from a threat to shut the frontier over what he says is an out-of-control influx of migrants and drugs. (Photo by SAUL LOEB / AFP)
Entro una settimana entreranno in vigore i dazi alle importazioni annunciati dal presidente americano Donald Trump, a meno di un’altra proroga, concessa un mese fa per spingere Messico, Canada e Cina a scendere a compromessi. Nonostante le potenziali misure ritorsive, l’aumento probabile dell’inflazione e le trattative ancora in corso. Al di là dei benefici ipotizzati dalla Casa Bianca, tuttavia, le tariffe avranno effetti su ogni singolo Stato americano. E per alcuni, come Montana e New Mexico, le conseguenze sono potenzialmente significative.
Un’analisi della CNBC evidenzia il grado di esposizione dei primi 10 Stati in relazione all’origine dei prodotti importati. “Messico, Canada e Cina sono i nostri principali partner commerciali, quindi le importazioni statunitensi da questi Paesi non si limitano a una manciata di prodotti – ha spiegato William George, direttore Ricerca di ImportGenius -. I beni provenienti da questi Paesi possono essere trovati su qualsiasi scaffale di un nostro negozio e utilizzati in qualsiasi settore immaginabile. Stiamo parlando di petrolio, elettronica e beni per auto che dominano le importazioni statunitensi”.
I primi 10 Stati che importano dal Canada sono Montana (92%), Maine (69,4%), Vermont (68%), North Dakota (64%), Wyoming (55%), Oklahoma (51%), West Virginia (44%), South Dakota (41%), Minnesota (38%) e Colorado (31%). “Per tutti gli stati, l’energia è stata la voce di spesa più importante per le importazioni”, spiega il reportage. I 10 Stati la cui quota maggiore di importazioni proviene dal Messico sono invece Nuovo Messico (41%), Michigan (40,3%), Texas (37,3%), Arizona (33,2%), Utah (26,2%), Alabama (22%), Iowa (21%), Louisiana (18,4%), Missouri (18%) e Connecticut (16%). Infine i 10 Stati con la percentuale più alta di importazioni dalla Cina sono California (27%), Nuovo Messico (26,4%), Nevada (22%), Illinois (20,3%), Tennessee (19%), Distretto di Columbia (19%), Washington (18%), Virginia (17%), Pennsylvania (16%) e Missouri (16%).
Nei singoli settori, emerge la forte dipendenza di Montana e Oklahoma dai beni energetici, soprattutto petrolio, del Canada. Solo per avere un riferimento, il Montana importa greggio e prodotti petroliferi per 4,9 miliardi di dollari. La Cina è invece il principale partner commerciale per l’elettronica in Nuovo Messico e le importazioni di componenti per auto come le batterie per veicoli elettrici sono preponderanti in Texas e California, dove Tesla ha una grande presenza. Solo nel 2023, spiega l’analisi di CNBC, la società di Elon Musk ha importato nei due Stati oltre 12.000 container di batterie.
Gli Usa dovranno però prepararsi a possibili contromisure ai dazi statunitensi (le famigerate ritorsioni). Anche in questo caso l’esposizione varia a seconda dei singoli Stati. Secondo i dati di LendingTree, quelli che affrontano il rischio tariffario più elevato, con almeno due terzi delle loro esportazioni dirette in Canada, Messico e Cina, sono Dakota del Nord (88%), Nuovo Messico (79%) e Dakota del Sud (72%). Il Dakota del Nord esporta grandi volumi di greggio in Canada: rappresentano l’80% dell’export complessivo. Il Nuovo Mexico è invece più legato al Messico per i componenti da computer (1,7 miliardi di dollari in valore, 70% del totale delle esportazioni). Considerando i primi 10 Stati che esportano in Canada, il Dakota del Nord è dunque in cima alla lista (82%), seguito da Maine (49%), Montana (46%), Dakota del Sud (44%), Michigan (43%), Ohio (39%), Virginia Occidentale (38%), Idaho (37%), Missouri (37%) e Vermont (34%). Le principali esportazioni includono l’agricoltura soia, mais, carne di manzo viva e congelata, maiali, pesce e pollame. I primi 10 Stati che esportano in Messico sono invece Nuovo Messico (70%), Texas (29%), Arizona (28%), Oregon (24%), Michigan (23%), Missouri (22%), Dakota del Sud (21%), Kansas (20%), California (19%) e Nebraska (18%). Tra gli Stati che esportano maggiormente in Cina ci sono Alaska (22%), Washington (18%), Oregon (15%), Carolina del Nord (14%), Louisiana (14%), Alabama (13,6%), Carolina del Sud (10,4%), California (9,4%), Massachusetts (9,4%) e Virginia Occidentale (9,3%).
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