Industrie G7: Per transizione green essere partner. Nessuno sia lasciato indietro

Pubblico e privato devono essere partner per vincere le sfide che le transizioni, energetiche e ambientali, impongono. In un percorso, ‘ambizioso’, in cui nessuno può farcela da solo. E soprattutto, in cui nessuno può essere lasciato indietro. A tracciare la linea che l’industria italiana deve seguire per un futuro sostenibile, e le raccomandazioni di politiche attuabili, è Emma Marcegaglia, presidente del B7, l’engagement group delle ‘confindustrie’ con i governi del G7, che si è riunito a Torino in occasione del G7 Ambiente, Energia e Clima.

L’obiettivo Net zero è estremamente ambizioso: entro il 2030 la capacità di energia rinnovabile del mondo deve triplicare e l’efficienza energetica deve raddoppiare – ricorda in apertura dell’evento ‘G7 Industry Stakeholder Conference’ che si è tenuto nella sede dell’Unione industriali Torino -. Dobbiamo far leva su molteplici fattori contemporaneamente, nessuno dei quali può essere attivato solo dal settore pubblico o privato”. Quindi, ai governi dice: “Abbiamo bisogno di essere partner. Veri partner”.

Decarbonizzazione, dunque. Un tema su cui il governo italiano è già all’opera, dichiarandosi pronto a dire addio al carbone, “la fonte fossile che genera più emissioni di gas serra”. Parola di ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che dalla platea torinese ribadisce i passi per arrivare all’obiettivo. Tra questi, l’importanza dei biocarburanti sostenibili, nel settore trasporti. E poi, la “nuova energia nucleare”, come “parte del mix per dare quella continuità che le rinnovabili non sono in grado di fornire“.

Il ministro, e il governo di Giorgia Meloni in generale, non ha mai fatto mistero della volontà di un ritorno al nucleare ‘pulito’, quello di quarta generazione. Lo stesso Pichetto annuncia l’adesione del ministero all’Alleanza Industriale Europea sugli Smr, i piccoli reattori modulari, “per confermare il sostegno del sistema Paese e dare un segnale concreto di interesse allo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia”.

Convitato di pietra al tavolo degli industriali torinese (che precede un confronto diretto tra industriali e ministri) sul nucleare anche diversi amministratori delegati si sono espressi al riguardo. Renato Mazzoncini (A2A) sottolinea come in un mercato che “con le rinnovabili si è sovradimensionato” bisogna “fare in modo che eventuali nuovi investimenti compreso il nucleare non si cannibalizzino l’uno con l’altro”. Per Nicola Monti (Edison)  “con le nuove tecnologie che avanzano, con i mini reattori di nuova generazione serve costruire una piattaforma tecnologica comune, che abbia giuste economie di scala“. Per Nicola Lanzetta (Enel)potrebbe essere uno degli strumenti che consente di dare completezza alla transizione energetica”. Mentre per Agostino Re Rebaudengo presidente di Elettricità Futuraprima di pensare di costruire delle nuove centrali dovremmo finalmente avere un deposito nazionale delle scorie che continuiamo a non avere”.

Su questo, il B7 si pone l’obiettivo di definire “azioni politiche concrete“, con “pragmatismo lungimirante”, da trasmettere alla presidenza del G7  in vista del vertice di giugno a Bari. “La competitività delle industrie deve essere una preoccupazione collettiva per il G7″, ricorda Marcegaglia. Sulle sfide della transizione green la presidente pone 8 punti di analisi, da politiche industriali condivise in Europa, al contenimento dei prezzi dell’energia, dal sostegno alla ricerca “senza ideologismi” all’esigenza di una neutralità tecnologica, dal nodo degli strumenti finanziari da mettere in campo alla tassonomia: “Cosa è verde e cosa non lo è”. In tutto questo, però, il monito: “Nessuno deve essere lasciato indietro. Il G7 deve agire in modo inclusivo verso i Paesi meno sviluppati”

Valentina Innocente

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