Nuova direttiva Ue: aziende quotate forniranno 1178 dati per rendiconto sostenibilità

Da gennaio è entrata in vigore la Corporate Sustainability Reporting Directive, meglio conosciuta come Csrd, una direttiva europea che obbliga molte aziende a pubblicare una relazione non finanziaria, focalizzandosi su aspetti legati alla sostenibilità, come ambiente, sociale e governance. La Csrd ha sulla carta lo scopo di sostituire la NFRD (Direttiva sull’Informativa Non Finanziaria), che era stata introdotta nel 2014 con la Dichiarazione di Performance ExtraFinanziaria (DPEF). Sebbene la NFRD richiedesse alle aziende di fornire informazioni relative alle loro azioni di sostenibilità, essa è stata giudicata insufficiente dalle autorità europee. La CSRD, al contrario, amplia i requisiti di trasparenza e dettaglio, offrendo un quadro più strutturato che migliora la visibilità per investitori, Ong e consumatori. Con l’introduzione di standard europei di reporting sulla sostenibilità (ESRS), La Csrd punta così – secondo le istituzioni continentali – a garantire che le informazioni siano comparabili, affidabili e utili per chi prende decisioni legate agli investimenti e alle politiche aziendali.

Nel dettaglio la Csrd coinvolgerà una platea molto più ampia rispetto alla Nfrd. Mentre quest’ultima riguardava solo le grandi aziende con più di 500 dipendenti (circa 11.700 aziende in totale), la CSRD si estende a circa 50.000 imprese. In particolare, saranno soggette alla direttiva tutte le aziende con più di 250 dipendenti che soddisfano almeno due di questi criteri: un bilancio di 25 milioni di euro o un fatturato di 50 milioni di euro. Anche le piccole e medie imprese quotate in borsa, nonché le imprese extra-Ue con un fatturato annuale superiore a 150 milioni di euro nel mercato dell’Ue, rientrano nell’ambito di applicazione. Le microimprese, invece, non sono interessate dalla normativa.

La progressiva applicazione della Csrd seguirà un calendario specifico in base alla dimensione e alla natura dell’attività delle aziende. Le società già soggette alla NFRD – in primis banche e assicurazioni – dovranno iniziare a rispettare i nuovi obblighi a partire dal 1° gennaio 2025, mentre le grandi imprese europee ed extraeuropee quotate in mercati regolamentati dovranno adeguarsi dal 1° gennaio 2026. Le pmi europee ed extraeuropee quotate entreranno nel regime della Csrd dal 1° gennaio 2027, mentre le imprese extraeuropee con un fatturato superiore a 150 milioni di euro nel mercato europeo dovranno conformarsi dal 1° gennaio 2028.

Un aspetto fondamentale della Csrd è che il rapporto di sostenibilità deve essere conforme agli ESRS, sviluppati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Gli standard coprono tre principali aree: ambiente, sociale e governance. Gli esempi di informazioni che le aziende dovranno includere nel loro report spaziano dalle emissioni di Co2 (per l’aspetto ambientale), alla diversità all’interno del consiglio di amministrazione (per l’aspetto di governance), fino alle condizioni di lavoro tra subappaltatori e fornitori, e alle politiche di rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena del valore (per l’aspetto sociale). Piccolo particolare: i dati da compilare sono ben 1178.

Chiara Troiano

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