Il percorso verso la transizione energetica, in Italia, procede nonostante la crisi legata alle forniture di gas e petrolio e la riattivazione delle miniere di carbone. Il Consiglio europeo su energia e ambiente si è concluso con risultati che lasciano ben sperare. Al rientro dalla sua missione in Lussemburgo, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ripercorre le tappe più salienti toccate nel corso dell’incontro. Lo fa, innanzi tutto, con una breve ma trasparente introduzione: “Questi due giorni di lavori hanno dimostrato ancora una volta che stiamo mettendo in atto molte iniziative e stiamo facendo qualcosa di unico al mondo. Le scelte che sono state prese vanno nell’auspicata direzione di una transizione ecologica rapida ma che non lascia nessuno indietro”.
Per quanto riguarda il pacchetto ‘Fit for 55‘ è stato concordato l’orientamento generale sul testo di due direttive cruciali: ‘Fonti Rinnovabili’ ed ‘Efficienza Energetica’. I ministri hanno raggiunto un accordo che impegnerà i Paesi dell’Unione a produrre almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e di realizzare interventi di efficientamento, che permettano di ridurre il consumo di energia del 9% rispetto ai livelli previsti nel 2030.
Ridurre le emissioni è anche il motivo per cui c’è stata la conferma del phase-out per i motori a benzina e diesel entro il 2035. Una misura che, nonostante risulti appropriata per l’obiettivo di riduzione delle emissioni, preoccupa, non poco, il Paese a livello di posti di lavoro. Tuttavia, Cingolani assicura: “Per il settore automotive sono stati raggiunti importanti risultati per assicurare una transizione verso una mobilità a zero emissioni sostenibile sia dal punto di vista tecnico che socio-economico”. Infatti, in tale ambito l’Italia ha ottenuto un percorso di transizione senza strappi per garantire l’eccellenza italiana delle piccole produzioni di automobili e furgoni. “È stata inoltre raggiunta un’apertura importante per l’utilizzo di carburanti sintetici a impatto ambientale zero (o comunque molto basso) che consentono la riduzione sostanziale della Co2 anche utilizzando motori tradizionali”, la sottolineatura.
Questa soluzione ripristina il principio della neutralità tecnologica del pacchetto normativo garantendo che tutte le tecnologie possano contribuire al processo di decarbonizzazione a tutela dei paesi e le fasce più deboli che potrebbero non essere in grado di completare la transizione alla mobilità elettrica entro la data prevista, garantendo comunque la decarbonizzazione.
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