Ex Ilva, si va in amministrazione straordinaria: commissario nelle prossime ore

L’ex Ilva sarà commissariata. Dopo mesi di trattative con ArcelorMittal, il governo annuncia la decisione di porre sotto il controllo dello Stato l’acciaieria e già nelle prossime ore sarà nominato un commissario, probabilmente in Consiglio dei ministri già mercoledì. Sarà una figura “esperta di siderurgia e che conosce bene l’azienda”, trapela dal tavolo tra il governo e le parti sociali.

Nelle prossime ore si sbloccheranno i 320 milioni che lo Stato ha messo a disposizione con un prestito ponte. Nessun pericolo per l’indotto, viene assicurato: l’amministrazione straordinaria prevale sul concordato, grazie al decreto legge del 16 gennaio scorso.

Non si sa ancora quante saranno le aziende in appalto e sub appalto che potranno o dovranno accedere fondo occupazione, dove sono stati stanziati 10 milioni di euro. “Si farà una mappatura per capire come intervenire”, comunica la ministra del Lavoro, Marina Calderone, durante al tavolo con i sindacati. La Regione Puglia metterà inoltre a disposizione dei lavoratori 1 miliardo di euro.

Dopo il tavolo con il governo, l’Aigi tiene un incontro tecnico al Mimit e consegna un documento con le proposte delle aziende creditrici. “L’indotto ha bisogno di non andare in cig: se si va in amministrazione straordinaria grazie a questo commissariamento si può attivare l’articolo 68 per dare acconti alle aziende e le aziende possono ripartire”, spiega il presidente, Fabio Greco. “Oggi lo stabilimento è un deserto, servono soldi ora, subito – avverte -. Vanno sospesi immediatamente oneri fiscali, tributari e mutui”.

Il colosso franco-indiano si è detto “sorpreso e deluso” dall’amministrazione straordinaria, che a suo dire non era stata comunicata da Invitalia al consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia.
“Si tratta di una palese violazione dell’accordo di investimento” stipulato con Roma, tuona ArcelorMittal in una e-mail inviata al socio pubblico.

Visto che ArcelorMittal “non ha intenzione di investire nell’azienda, credo sia giusto che il Paese si riappropri dei frutti del suo lavoro e del sacrificio di intere generazioni”, ha precisato ieri Urso, che torna sulla vicenda ricordando che “ci sono più interessi e più imprese internazionali a investire sulla siderurgia in Italia”.

L’obiettivo dichiarato del governo è quello di permettere all’acciaieria, considerata strategica per il Paese, di continuare a operare e di salvaguardare le migliaia di posti di lavoro.

In regime di “amministrazione straordinaria”, il governo nomina il commissario per gestire l’azienda e preparare un piano di salvataggio in attesa dell’arrivo di un nuovo investitore. Tra i candidati, spunta il nome del gruppo siderurgico ucraino Metinvest, che è alla ricerca di nuovi siti produttivi da quando, nel maggio 2022, l’esercito russo ha preso il controllo della gigantesca acciaieria Azovstal di Marioupol. In lizza per sostituire ArcelorMittal ci sarebbero anche l’acciaieria italiana Arvedi e il gruppo indiano Vulcan Green Steel, filiale del conglomerato Jindal, che aveva già presentato un’offerta senza successo per Ilva nel 2017.

Dopo una serie di contrattempi finanziari e legali, il gruppo Ilva era già stato posto sotto amministrazione pubblica nel 2015, finché nel 2018 lo Stato ne ha affidato le sorti ad ArcelorMittal. L’indotto ha un terribile ricordo dell’ultima amministrazione controllata, essendo rimasto con circa 150 milioni di euro di fatture non pagate.

Elena Fois

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