Sciopero sì, sciopero no. E alla fine, al termine di un pomeriggio di dialogo, i gestori carburanti hanno annunciato che la seconda giornata di serrate non ci sarà. Ma, avvertono i presidenti di Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio, “lo revochiamo a favore degli automobilisti, non certo per il Governo”. La posizione è stata affidata a una nota, diffusa al termine dell’incontro avvenuto al Mimit, nella quale evidenziano come “pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l’incontro ha confermato il persistere di molte criticità – spiegano -. Anche quest’ultimo ennesimo tentativo di rimediare ad una situazione ormai logora, non è riuscito ad evidenziare alcun elemento di concretezza che possa consentire anche solo di immaginare interventi sui gravissimi problemi del settore e di contenimento strutturale dei prezzi”. Per Giuseppe Sperduto, presidente di Fiab Confesercenti, “ridurre lo sciopero non sta significare smontare la partita, anzi tutto il contrario”.
Sulla revoca dello sciopero ci sperava anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Un’associazione – ha detto parlando con la stampa a Bruxelles prima della conclusione dell’incontro al Mimit – intende concludere prima lo sciopero, sulla base delle proposte fatte ieri sera, altre due hanno chiesto dei chiarimenti. Mi auguro che rivedano la loro decisione sulla base dell’impegno concreto del governo”. “Da parte nostra – ha proseguito – ho già detto ieri, riconvocando il tavolo permanente per l’8 febbraio, che il governo è impegnato in maniera continuativa per giungere a un riordino complessivo del settore che ne ha davvero bisogno, un settore troppo a lungo bistrattato. Ed è questo forse il primo governo che li ascolta e si confronta con le associazioni. Siamo ormai alla quarta riunione in due settimane”.
Le proposte emendative avanzate dal Governo al suo stesso decreto, spiegano i gestori “non rimuovono l’intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori”. “Appare ormai chiaro – dicono – che ogni tentativo di consigliare al Governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto – sottolineano -. Per questa ragione anche insistere nel proseguire nell’azione di sciopero, utilizzata per ottenere ascolto dal Governo, non ha più alcuna ragione di essere. Tanto più che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto. I cittadini italiani hanno perfettamente capito. È, quindi, a loro, ai cittadini che i benzinai si rivolgono, non certo al Governo, revocando il secondo giorno di sciopero già proclamato, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile. I distributori quindi riapriranno già da questa sera. Il confronto a questo punto si sposta in Parlamento dove i benzinai hanno già avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il testo del decreto cosiddetto trasparenza raccolga in sede di conversione le necessarie modifiche”, concludono.
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