CARREFOUR PER IL MADE IN ITALY, SUPERMERCATO, SPESA, SCAFFALI
Aumenta la fiducia delle imprese italiane ma crolla quella dei consumatori a novembre. L’ultimo aggiornamento di Istat restituisce un quadro più che mai contrastato considerando anche la bassa crescita. Buone notizie arrivano dal mondo produttivo: il sentiment, in crescita per il quarto mese consecutivo, balza dai 94,4 punti di ottobre a 96,1, con il segmento manifatturiero che con 89,6 punti tocca persino il livello più alto da luglio 2023. L’indice di fiducia aumenta anche nei servizi di mercato (da 95,1 a 97,7) e nel commercio al dettaglio (da 105,2 a 107,3) mentre cala nelle costruzioni da 103,2 a 102,6.
L’istituto nazionale di statistica segnala che nell’industria tutte le componenti registrano una dinamica positiva, mentre nelle costruzioni gli imprenditori giudicano il livello degli ordini/piani di costruzione in peggioramento rispetto al mese scorso ma prevedono un aumento dell’occupazione. Nel terziario, migliorano le opinioni sull’attività e sul livello degli ordini ma calano le aspettative sugli ordini. In particolare, Istat spiega che nel commercio al dettaglio “migliorano decisamente” i giudizi sulle vendite mentre le “relative aspettative sono in calo e le scorte sono giudicate in accumulo”.
Discorso assai diverso per le famiglie. A novembre la fiducia è scesa di quasi 3 punti, portandosi a 95 punti, ai minimi da aprile, trascinata dal peggioramento delle valutazioni sulla situazione economica e dal clima personale. Tutte le componenti sono comunque in calo, soprattutto le attese sulla disoccupazione e le valutazioni relative al risparmio. Nonostante il bonus elettrodomestici e l’imminente tredicesima, peggiora peraltro anche l’opportunità all’acquisto di beni durevoli, segnale di un atteggiamento sempre più prudente che potrebbe deprimere ulteriormente i consumi nel quarto trimestre. Non a caso Confcommercio parla di “segnali poco rassicuranti”, per un “mood in pericolosa regressione”. Confesercenti vede “nubi addensarsi” sul Natale delle famiglie, mentre dal lato imprese commerciali il dato sulla fiducia è ritenuto “fisiologico” con l’arrivo anche del Black Friday.
Imprese che registrano persino una ripresa nel fatturato. Sempre secondo Istat, a settembre tornano a crescere su base mensile – in valore e in volume – sia l’indice destagionalizzato del fatturato dell’industria (rispettivamente +2,1% e +3%) sia quello dei servizi (+1,8% e +1,6%). Per l’industria, la dinamica congiunturale positiva è stata più marcata per la componente estera, mentre per i servizi gli incrementi maggiori hanno interessato il commercio all’ingrosso. Nel complesso del terzo trimestre si osserva una lieve crescita congiunturale in entrambi i comparti. Nel confronto annuo, il fatturato dell’industria registra un aumento del +3,4% in valore e del +3,5% in volume, mentre sui servizi si rileva un confortante +4,3% in valore e +3,7% in volume.
I dati Istat si abbinano a quelli diffusi dalla Commissione Ue. A novembre l’indicatore del clima economico (Esi) è rimasto sostanzialmente stabile sia nell’Ue che nell’area dell’euro (entrambi +0,2 punti a 96,8 e 97,0, rispettivamente). L’indicatore delle aspettative occupazionali è invece aumentato in entrambe le aree (Ue +1,1 punti a 98,8, zona euro +0,8 punti a 97,8). Entrambi gli indicatori continuano comunque a registrare valori inferiori alla loro media a lungo termine di 100. L’Esi pressoché invariato è il risultato di una maggiore fiducia nei servizi, nel commercio al dettaglio e nell’edilizia, che è stata quasi interamente compensata da una minore fiducia nell’industria (-0,7 punti). La fiducia dei consumatori è rimasta sostanzialmente stabile e tra le maggiori economie dell’Ue, l’Esi è migliorato in Spagna (+2,0), Italia (+1,1), Francia (+0,8) e Polonia (+0,5), mentre è rimasto sostanzialmente stabile in Germania e nei Paesi Bassi (entrambi -0,3).
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