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Trump: “Armi a Kiev ma pagherà l’Europa. Mosca? Dazi al 100% senza accordo”

Armi, “le migliori del mondo”, a Kiev, ma “gli Usa non pagheranno nulla”, perché il conto andrà tutto all’Europa. Nel mezzo, tra le due sponde dell’Atlantico, c’è la Nato di Mark Rutte, il ‘ponte’ tra i due continenti. Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha annunciato il suo piano per supportare l’Ucraina, flagellata da oltre tre anni di guerra (conflitto che era “di Biden, non il mio” e “se io fossi stato presidente non ci sarebbe stato”), ma ha assicurato che gli Stati Uniti non vogliono più “spendere tutti i soldi”. L’intesa è frutto di un accordo con l’Alleanza atlantica: “noi costruiremo delle armi all’avanguardia, le invieremo alla Nato” che, a sua volta le farà avere “ad altri Paesi” europei e “ci sarà una sorta di sostituzione”. Si tratta, ha spiegato Rutte, di un “numero molto elevato di equipaggiamenti militari”, in particolare attrezzature per la difesa aerea, missili e munizioni.

Un accordo che per il numero uno della Nato “è davvero una cosa importante” e “parte dal summit dell’Alleanza che ha avuto un grande successo”, definendo investimenti pari al 5% del Pil nelle spese per la difesa. L’Europa, ha detto Rutte “sta facendo il primo passo, sta entrando in gioco. Io ho contattato una serie di paesi come la Germania, la Finlandia, la Danimarca, la Svezia, la Norvegia, il Regno Unito, il Canada, tutti vogliono essere parte di questa iniziativa e questo è soltanto il primo contatto, quindi noi lavoreremo attraverso la Nato per far sì che gli ucraini abbiano quello di ciò di cui hanno bisogno”. I primi missili Patriot, ha assicurato Trump, “arriveranno a giorni” e serviranno perché “la Russia davvero li sta bombardando con molta forza”.

Almeno “quattro volte” ha spiegato il repubblicano, “ho pensato che l’accordo fosse vicino” e per questo “sono deluso dal presidente Putin”. Da qui la decisione di introdurre “dazi doganali secondari”, ovvero sui paesi alleati di Mosca. “Se non avremo un accordo entro 50 giorni, i dazi doganali saranno al 100%” ma “spero che non si arrivi a quel punto”, ha aggiunto. In sostanza, se non verrà definita “una pace duratura”, l’accetta delle imposte doganali Usa si abbatterà su tutto il sistema economico che ruota intorno a Mosca, nel tentativo di aumentare la pressione per spingere verso un accordo. “Se fossi in Putin – ha aggiunto Rutte – prenderei i negoziati più seriamente” di quanto fatto finora.

Elena Fois

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