“Crediamo che sia finalmente giunto il momento di affrontare una questione vecchia di migliaia di anni” e per questo “chiediamo umilmente l’assoluzione che solo voi potete offrire. Un piccolo gesto che può cambiare il mondo. Prendereste in considerazione la possibilità di rettificare la Bibbia?“. È con una lunga lettera pubblicata su una pagina pubblicitaria di alcuni quotidiani che Dole Sunshine Company si rivolge informalmente a Papa Francesco, per chiedere di intervenire perché “oggi, più che mai, nessun frutto dovrebbe rappresentare un peccato“.
Una missiva ironica, certo, che attraversa con disinvoltura più di 2mila anni di storia, durante i quali la frutta “è stata vilipesa e demonizzata, calunniata nell’arte e nella letteratura, simboleggiando la lussuria, la tentazione e la depravazione“. A partire dalla mela di Adamo ed Eva. Dole Sunshine Company rappresenta gli interessi di Dole Asia Holdings, Dole Worldwide Packaged Foods e Dole Asia Fresh, multinazionale nell’ambito dell’ortofrutta, nata alle Hawaii nel 1899 e ora presente in tutto il mondo. L’azienda da tempo punta sulla sostenibilità della filiera ed è protagonista di molte campagne dedicate all’alimentazione sana, accessibile ed equa. Una di queste è proprio la Dole Sunshine For All, esplicitata nel testo della lettera. La compagnia, in un viaggio semiotico che spazia dalla letteratura alla religione, dall’arte alla sociologia, chiede “un piccolo messaggio di sostegno al Papa“, invitandolo “a ripristinare la fedeltà del mondo nei confronti dei nostri amati frutti“.
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