“Personalmente, per quel che vale, di fronte a questo coro (al coro, sia ben chiaro, non certo alla catastrofe) non so se sorridere, irritarmi o morir di noia. Se ne scrivo, è perché ho il sospetto che queste reazioni non appartengano a me soltanto, ma siano piuttosto diffuse”. Lo scrive in un intervento su La Stampa Giovanni Orsina, professore ordinario alla Luiss Guido Carli di Roma. “Gridare a ogni disastro che è colpa dell’uomo non è altro che il risvolto negativo della convinzione positiva che gli esseri umani abbiano conquistato il pieno controllo sul proprio ambiente, dell’illusione prometeica che si siano infine sostituiti a Dio. Se siamo pienamente in controllo, è evidente allora che siamo in grado di evitare i disastri; perciò, se i disastri accadono, la colpa è nostra”, scrive ancora Orsina. In fase conclusiva si domanda: “Ma siamo proprio sicuri che scrivere articoli su articoli al servizio dell’argomento smisurato secondo cui «l’apocalisse è imminente, ma se l’umanità intera cambia radicalmente e immediatamente registro tutto andrà bene» sia la strategia giusta?”
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