Ora l’Europa ha sete. Italia al collasso idrico, crolla produzione agricola

C’è un elemento nuovo, che unisce l’Europa continentale e mediterranea: la siccità che, oltre all’Italia, sta colpendo pesantemente Spagna, Francia e ora anche la Germania. Un’Europa completamente a secco quella che sta attraversando l’ennesima ondata di calore che, questa volta, sarà particolarmente intensa. Dieci giorni nella morsa del caldo proveniente dall’Africa del nord con temperature che potranno raggiungere i 16 gradi oltre la media. Della pioggia nemmeno l’ombra, se non in Scandinavia, Austria e Slovenia. In Italia lo zero termico sarà a 5200 metri: non ci saranno temperature sottozero in nessuna zona del Paese e si attendono nuovamente massime record fino a 10°C anche sul Monte Bianco. Giovedì sono attesi 37/38° in Pianura Padana. E la prossima settimana sarà anche peggio.

L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, nel corso della consueta riunione, ha fatto il punto sulla situazione della Penisola, da cui è emerso un quadro non certo rassicurante. A pagare il prezzo più alto è ancora una volta il nord, dove i laghi stanno vivendo una situazione drammatica. Il lago di Como ha registrato il record storico negativo (-cm. 39,5 sullo zero idrometrico) e ora dovrà essere regolato in equilibrio tra afflussi e deflussi per garantire le condizioni minime di vivibilità ecosistemica. Resta epocale la magra del fiume Po, le cui portate, nel Delta, sono fino al 60% inferiori a quelle di allarme per il cuneo salino, che ormai ha raggiunto i 30 chilometri dalla foce, pregiudicando gli utilizzi idrici in tutta l’area. Soffrono i fiumi come la Dora Baltea, il Sesia, il Tanaro, i torrenti del Canavese, in Piemonte, l’Adige, il Livenza, il Secchia. Webuild ha annunciato che a Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav, le acque di ruscellamento del tunnel – cioè le acque naturali della montagna raccolte nel primo tratto della galleria della Maddalena – saranno impiegate per irrigare le vigne dell’area.In Lombardia, come ha ricordato il governatore Attilio Fontana, “le ultime riserve d’acqua per l’agricoltura si stanno esaurendo e oltre il 25-30 luglio non possiamo andare“.

Già, l’agricoltura. Secondo i dati di Coldiretti, oltre un terzo delle produzioni nazionali è andato perso. Mais e foraggi per animali registrano -45% mentre riso e frumento duro sono crollati del 30%. Sono 332mila le imprese agricole a rischio, cioè il 46% del totale e 11 aziende su 100 sono sul punto di cessare la propria attività. Dati che incidono – e molto – anche sui prezzi. La Commissione europea nelle previsioni economiche d’estate ha annunciato che “la grave siccità nel nord Italia aggraverà l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori“. Ma non solo. Anche a monte i costi sono schizzati alle stelle. Il prezzo dei mangimi è aumentato del 90%, quello dei concimi addirittura del 170% e sui campi pesano anche i rincari del gasolio, del vetro, del tetrapack, del cartone e della plastica.

Nel centro Italia il Lazio è ormai al collasso idrico. “L’evoluzione più evidente – spiega Anbi – si registra nell’hinterland di Roma, dove già da una settimana sono bloccati i prelievi dal lago di Bracciano, evocando la grave crisi del 2017“. È ancora “sotto traccia” la gravità della situazione nel lago di San Casciano, il cui livello si è abbassato di 5 metri rispetto allo scorso anno, mancando all’appello ben 1.250.000 metri cubi d’acqua. Inoltre, riferisce l’Osservatorio, gli scarsi apporti idrici dal fiume Elvella riducono la diluizione dei solfiti dalle vicine terme di San Casciano, facendo temere problemi per la potabilizzazione svolta dall’Acquedotto del Fiora a servizio dell’area. Continuano a calare i livelli del lago di Nemi, nonché dei fiumi Tevere ed Aniene, così come dei corsi d’acqua nel bacino del Liri, ai minimi in anni recenti. Ma tutto il centro è in situazione di estrema gravità, dalla Toscana – dove sono stati sospesi i prelievi dal Lago di Chiusi – alle Marche, dove calano ancora i fiumi Potenza ed Esino.

In Sardegna e Sicilia la situazione è sotto controllo, ma in Basilicata l’acqua trattenuta negli invasi è diminuita di 15 milioni di metri cubi in una settimana e in Campania resta una condizione di Siccità consolidata nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno.

Ora è necessario davvero accelerare. Massimo Gargano, direttore generale di Anbi ha ricordato che “persiste un ingiustificato scollamento tra affermazioni di principio e scelte politiche conseguenti. Ogni giorno che passa non solo aumenta l’esposizione del Paese alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma riduce le possibilità di utilizzare compiutamente le risorse del Next Generation EU, che prevede la realizzazione e rendicontazione delle opere entro il 2026 con una determinante verifica sugli iter procedurali a fine 2023“.

(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)

Nadia Bisson

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