(Photocredit: Palazzo Chigi)
Un blitz, andata e ritorno in giornata, quello di Giorgia Meloni in Tunisia. Anche i media scoprono a imbarco completato del viaggio diplomatico della premier, che vola a Cartagine per incontrare il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied.
L’obiettivo è portare avanti il lavoro sul Piano Mattei, che va continuamente alimentato rafforzando le cooperazioni bilaterali. Con Tunisi il rapporto è più che buono, anzi “eccellente” come lo definisce Palazzo Chigi. Ragione in più per far leva sui Paesi amici per implementare i progetti connessi. I due leader, infatti, discutono proprio dello “stato di avanzamento delle progettualità per l’Africa, richiamando anche la dichiarazione congiunta sulle attività di cooperazione allo sviluppo firmata a gennaio”.
Nel bilaterale vengono toccati tutti i pilastri del Piano, a partire dai settori nevralgici come quello idrico, che è indissolubilmente collegato a doppio nodo con lo sviluppo dell’agricoltura. Al centro c’è soprattutto il progetto Tanit, che ha come obiettivo primario e principale quello di utilizzare le acque reflue per irrigare e, dunque, riportare in funzione terreni agricoli. In questo ambito ricopre grande importanza l’iniziativa che vedrà la nascita di un centro di formazione agricola a vocazione regionale, che servirà a fornire personale altamente qualificato per sviluppare il comparto, grazie anche all’expertise italiana.
Altro tema di fondamentale importanza è quello dell’energia. Il Piano Mattei, ha sempre spiegato Meloni, ha tra i suoi obiettivi finali quello di rendere il nostro Paese la porta d’accesso per gli approvvigionamenti europei. L’hub dell’energia continentale, per essere precisi. Nel dialogo con Saied, infatti, viene ribadita la necessità di proseguire la cooperazione tra i due Paesi, riconoscendo che Italia e Tunisia sono “snodi strategici per mettere in comunicazione il potenziale di produzione energetica dell’Africa e la domanda crescente dell’Europa”, mette in luce ancora Palazzo Chigi.
Uno dei progetti più importanti è quello dell’elettrodotto Elmed. Meloni ribadisce l’impegno di Roma per la realizzazione di questa infrastruttura strategica che occupa buona parte degli investimenti previsti dal piano pluriennale 2024-2028 di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica nel nostro Paese. L’investimento è ingente, quasi 1 miliardo di euro, per circa 220 km di interconnessione tra l’approdo di Castelvetrano, in provincia di Trapani, e Mlaabi, nella penisola di Capo Bon, di cui la maggior parte sarà in cavo sottomarino: un collegamento in corrente continua da 600 MW, che raggiungerà una profondità massima di circa 800 metri lungo il Canale di Sicilia, per il trasporto di energia pulita prodotta da fonti rinnovabili in Tunisia.
Il faccia a faccia tra Meloni e Saied è servito anche a fare il punto “sull’eccellente cooperazione in materia migratoria” e “sull’impegno comune nel contrastare le reti criminali di trafficanti di esseri umani”, spiega ancora Palazzo Chigi. Aggiungendo che “allo stesso tempo promuovere vie legali di migrazione anche nel contesto del Processo di Roma”. Gli appuntamenti internazionali della premier, però, non sono esauriti. Perché venerdì in tarda mattinata volerà a Istanbul, dove è in agenda un incontro con il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Erdogan. Un’altra occasione per portare avanti l’opera diplomatica per lo sviluppo dell’area mediterranea.
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