Dl Aree idonee, Sardegna pronta allo scontro col governo. Mase sorpreso da Todde

Photo credit: staff Presidenza Regione Sardegna

 

Sulle aree idonee si apre una crepa tra governo e Regione Sardegna, capofila per la definizione dei criteri territoriali. Dopo l’incontro del 21 maggio scorso al ministero dell’Ambiente, tra Gilberto Pichetto e la governatrice, Alessandra Todde, la strada sembrava tutta in discesa. Invece la bozza che è finita sulla scrivania al piano nobile di viale Trento, a Cagliari, ha rotto l’equilibrio che si era creato. A certificarlo sono proprio le parole di Todde, che non usa giri di parole: “Mi sono sentita presa in giro, non personalmente ma come rappresentante della Sardegna“, perché “i presupposti su cui si poteva trovare un accordo non sono assolutamente rispondenti alla bozza che abbiamo visto“, dunque “è chiaro che adesso andremo al confronto diretto“. O per meglio dire, allo scontro.

Le tre istanze portate da Todde al Mase riguardavano, in primo luogo, il cosiddetto burden sharing, ovvero la quota di rinnovabili che la regione deve prendere in carico. “Abbiamo chiesto di decidere noi dove, perché abbiamo beni identitari da proteggere, territori agricoli vocati che dobbiamo difendere e anche un contesto paesaggistico che deve essere messo a fattor comune“. La seconda cosa richiesta è relativa ai parchi eolici offshore, “che potrebbero rientrare all’interno delle autorizzazioni: anche se sono acque internazionali, quindi oltre le 12 miglia, devono essere considerati 100% impattanti la Sardegna, perché incidono sulla nostra economia, sulla nostra pesca, sul turismo, su attività che sono nostre“. Nella bozza, invece, per il raggiungimento degli obiettivi di potenza l’intenzione è quella di tenere conto del “40% della potenza nominale degli impianti a fonti rinnovabili off-shore di nuova costruzione entrati in esercizio dal 1 gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento le cui opere di connessione alla rete elettrica sono realizzate sul territorio della Regione o provincia autonoma“. Una proposta, quella dell’esecutivo, “inaccettabile” per la Sardegna.

Il terzo punto, infine, riguarda la crescita. “In questo momento abbiamo autorizzazioni che eccedono il limite di 6.2 posto fino al 2030 dal governo e dalla normativa europea e su quello abbiamo detto” all’esecutivo di “starne fuori – spiega –: noi dobbiamo decidere come vogliamo crescere dal punto di vista energetico, come organizzare il nostro territorio e organizzare la produzione di energia sulla base della nostra economia. Lo faremo con un piano energetico e con una crescita organica“.

Todde chiama in causa anche i parlamentari sardi, di ogni colore, chiedendo che antepongano le ragioni del territorio che rappresentano ai dettami di maggioranza e opposizione. L’appello, però, sembra non aver fatto breccia nel centrodestra. “A sentirmi presa in giro sono io. Come sarda, come parlamentare, come rappresentante delle istituzioni“, replica a stretto giro la vicecapogruppo di FdI al Senato, Antonella Zedda. La presidente, però, tira dritto e suoi suoi canali social scrive: “La Sardegna non si farà prendere in giro. In questo momento il nostro territorio è sotto attacco speculativo e noi riteniamo necessario difenderlo con ogni strumento possibile“.

Da fonti del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, però, trapela stupore per questo improvviso innalzamento dei toni: “Sul decreto Aree idonee le interlocuzioni sono proseguite informalmente anche nel fine settimana con spirito costruttivo. Sorprende quindi la posizione della presidente Todde“. Al Mase, comunque, “c’è fiducia che oggi, nel corso della Conferenza delle Regioni, il dialogo possa procedere in maniera serena e positiva al fine di giungere a una posizione condivisa“.

Sul piano tecnico, nella bozza presa in visione da GEA risulta tracciata “per ciascuna Regione e Provincia autonoma la traiettoria di conseguimento dell’obiettivo di potenza complessiva da traguardare al 2030“, che è di 80 GW. Così ripartito: per l’Abruzzo 2.092 MW al 2030; Basilicata 2.105; Calabria 3.173; Sardegna 6.264; Campania 3.976; Emilia-Romagna 6.330; Fvg 1.960; Lazio 4.757; Liguria 1.059; Lombardia 8.766; Marche 2.346; Molise 1.003; Piemonte 4.991; Puglia 7.387; Sicilia 10.485; Toscana 4.250; Umbria 1.756; Valle d’ Aosta 328; Veneto 5.828; la Provincia autonoma di Bolzano 515; e la Provincia autonoma di Trento 631.

dario.borriello

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