G7, la società civile chiede giustizia climatica e alimentare. Cosa dice il Civil 7

Giustizia. Climatica, alimentare. E poi pace, sicurezza comune e disarmo nucleare. Sono alcuni dei punti richiesti dal Civil Seven, il gruppo di ingaggio ufficiale della società civile internazionale nel processo G7.

Circa 700 organizzazioni provenienti da 70 Paesi, divise in sette gruppi di lavoro sui diversi temi quali clima, finanza, giustizia economica, pace, human mobility e migrazioni, in preparazione del Summit C7 che si è svolto a Roma, presso la sede della Fao, il 14 e 15 maggio 2024. In quell’occasione è stato prodotto il ‘Civil 7 Communiqué’, il comunicato contenente le proposte sviluppate dai Gruppi di Lavoro che è stato presentato alla Presidenza del G7. “Chiediamo che venga rispettato il diritto internazionale umanitario e quindi che vengano garantiti, anche nei paesi colpiti da guerre, i diritti umani e l’accesso umanitario. E chiediamo che ci sia un approccio alle migrazioni più rivolto alla mobilità umana”, ha spiegato Valeria Emmi, sherpa del Civil Seven. Inoltre, “chiediamo che ci sia una giustizia alimentare e quindi una trasformazione dei sistemi alimentari che possano consentire davvero un futuro sostenibile”.

In questo senso, il Civil 7 torna a ribadire la necessità di interventi ‘urgenti’ di risposta alla crisi climatica, con uno sguardo “di lungo periodo”, che davvero possa raggiungere gli obiettivi che la comunità internazionale si è data entro il 2030. “Quindi uno sviluppo sostenibile davvero per tutti”, continua Emmi.

In generale, il Civil 7 fornisce una piattaforma alle organizzazioni della società civile (OSC) per presentare proposte e richieste volte a proteggere l’ambiente e promuovere lo sviluppo sociale ed economico e il benessere per tutti, garantendo una vita sana, l’uguaglianza di genere, i diritti umani e il principio di non lasciare nessuno in dietro, stimolando in questo un dialogo costruttivo con il G7.

Per tutti i temi sollevati, “il G7 può essere parte del problema o parte della soluzione”. Su questo, ribadisce il Civil 7 “devono decidere i leader attraverso azioni ambiziose e audaci e veramente urgenti. Perché non possiamo più aspettare, siamo ad un punto di non ritorno”.
Nel documento presentato alla Presidenza italiana del G7, si ricorda infatti come “molteplici crisi prolungate e spesso dimenticate, gli attacchi palesi contro i civili e le infrastrutture civili, dimostrano chiare violazioni e mancanza di rispetto del diritto internazionale umanitario e dei principi umanitari”.

Per questo, la società civile internazionale riunita nel Civil 7 ritiene necessario riconoscere la rilevanza critica del momento presente e la responsabilità di tutti gli attori, compreso il G7 e la sua Presidenza, di affrontare la situazione attuale con la massima importanza. “Le minacce alla salute del pianeta e dell’umanità necessitano di iniziativa politica, ambizione e responsabilità – continua – La fragilità della pace globale, la povertà, le disuguaglianze, l’ingiustizia, i loro fattori trainanti e le cause profonde, oltre alla violenza viene perpetrato impunemente su scala catastrofica, richiedono la massima urgenza e un’azione concreta e coraggiosa”

Al centro di tutto, la pace. “Una pace positiva – precisa Emmi – quindi non solo una risposta alle guerre, ma la costruzione di una sicurezza comune, un investimento non tanto in riarmo ma destinato a uno sviluppo sostenibile, per politiche che siano coerenti a livello globale e che davvero possano perseguire i diritti umani e garantire un futuro sostenibile”.

Elena Fois

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