“Le api in Barricalla servono essenzialmente per monitorare la qualità dell’ambiente circostante. Noi andiamo ad analizzare il miele che viene prodotto da queste api e che viene confrontato con il miele prodotto in una zona ‘bianca’“, cioè un’area rurale, “per comprendere se all’interno ci sono delle sostanze che possono essere considerati inquinanti”. Lo dice a GEA, Alessandro Battaglino, vicepresidente di Barricalla, il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi. Si trova a Collegno, alle porte di Torino, in un’area che ospitava una cava di ghiaia e che oggi si trova al nodo di congiunzione tra la tangenziale e l’ingresso ovest della città.
Le essenze su cui le api vanno a bottinare, spiega, “sono abbastanza circostanti il nostro impianto, quindi questo ci permette proprio di comprendere se dai rifiuti che vengono conferiti in Barricalla è scappato qualcosa che non doveva scappare. In questi anni, mai nulla è stato trovato dentro questo questo miele”. Le sostanze che si trovano nel miele prodotto dentro l’impianto sono contenute anche in quello prodotto nella zona rurale. Un ritratto ‘chimico’ che racconta, dice Battaglino, di come “la zona della Pianura Padana sia satura di alcuni di quegli elementi che sono essenzialmente figli delle combustioni derivanti dal parco veicolare e dagli impianti di riscaldamento che comunque quindi caratterizzano l’area della nostra zona”.
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