“I pannelli fotovoltaici consumano suolo, sono complessi da smaltire e la loro installazione rischia di andare a discapito di altri utilizzi, per esempio quello agricolo. Per questo motivo una delle soluzioni che pare destinata a crescere in tutto il mondo è il cosiddetto fotovoltaico galleggiante, che prevede la realizzazione di impianti a energia solare da collocare come copertura di canali e bacini artificiali”. Lo hanno detto a La Stampa Federico Sandrone e Dario Costanzo, due giovani ingegneri che 10 anni fa hanno creato Coesa: sono partiti da qui per mettere a punto il progetto che dovrebbe permettere al Piemonte di installare il primo impianto sull’acqua. “All’interno di un progetto di riqualificazione ambientale – racconta Sandrone – stiamo lavorando nello studio preliminare, progettazione e messa in opera di un impianto nel bacino della Cava Germaire, in via di dismissione tra i comuni di Carignano e Carmagnola”.
Secondo i manager di Coesa – si legge ancora – “l’intervento permette di evitare consumo di suolo e strutture fisse, e di avere un aumento della produttività. Il panello fotovoltaico infatti, a differenza di quanto molti pensano, in agosto produce meno che in giugno perché si surriscalda. Sull’acqua però questo problema non c’è perché viene rinfrescato. Inoltre il pannello galleggiante usa tutta la rifrazione della luce che rimbalza sulla superficie del bacino idrico”.
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