La Sicilia è assetata. Il primo allarme sullo stato degli invasi è del gennaio scorso. Adesso, l’assenza di piogge ha peggiorato le cose e c’è lo spettro del razionamento. Nell’isola, fatte salve alcune zone nella Sicilia orientale, i rubinetti sono a secco. Con emergenze ad Agrigento, Enna e Caltanissetta. “Se 1.000 litri di acqua del pozzo costano 10 centesimi, l’equivalente dal dissalatore arriverebbe a 3 euro”, spiega al Corriere della Sera l’ingegnere Giuseppe Riccobene, tra i responsabili cittadini di Legambiente che vede nella guerra agli sprechi una delle vie da seguire. “Per la manutenzione della rete si poteva usufruire di 50 milioni di fondi europei che non abbiamo utilizzato per errori nella predisposizione delle gare”, sottolinea.
In alcune zone di Caltanissettane i rubinetti non scorre acqua da 3 mesi, in altre si è passati da turni di 12 giorni agli attuali di 6, ma, quando arriva, l’acqua è marrone. “La rete principale è gestita da Siciliacque, società mista di Regione e Italgas che avrebbe dovuto investire nell’efficientamento. Cosa che non ha fatto”, dice Giuseppe Amato, responsabile siciliano acque di Legambiente.
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