Inondazioni, cicloni tropicali, temporali e tempeste causano già oggi nel mondo 200 miliardi di dollari di perdite ogni anno, ma questa cifra è destinata a salire. E’ quanto emerge da un rapporto del riassicuratore Swiss Re che elabora le conclusioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e stila una classifica di 36 Paesi individuando quelli più vulnerabili. Le Filippine sono in cima alla classifica, con danni che ogni anno pesano per il 3% del pil (in totale 12mld dollari nel 2022), mentre gli Stati Uniti sono secondi in relazione al pil (con una perdita annua dello 0,4%), ma primi in termini assoluti (con 97mld dollari di danni).
Per questi fenomeni metereologici legati al cambiamento climatico, tra il 2013 e il 2022 l’Italia ha subito danni per 37 mld dollari, di cui solo 5 erano assicurati e questo vuol dire un ‘protection gap’, una assenza di protezione pari all’87% dei casi. Nella classifica delle perdite in relazione al pil è 17esima, con una perdita stimata pari allo 0,11% (2,3 mld dollari). Nel 2023, in particolare, l’Italia è stato il Paese europeo più colpito da temporali e tempeste – come dimostrano l’alluvione dell’Emilia-Romagna e la grandine del Nord Italia – con perdite assicurate oltre i 3 miliardi di dollari, le più alte mai registrate nella Penisola.
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