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Transizione energetica più lontana: nel 2023 aumentano investimenti e consumi nel gas

La transizione energetica mondiale sembra lontana leggendo il quarto rapporto annuale sul mercato del gas presentato a Doha, in Qatar, dal Forum dei Paesi esportatori di gas (Gecf) ovvero l’Opec del metano. I Paesi membri sono Algeria, Bolivia, Egitto, Guinea Equatoriale, Iran, Libia, Nigeria, Qatar, Russia, Trinidad e Tobago, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. Invece Angola, Azerbaigian, Iraq, Malesia, Mozambico, Norvegia e Perù sono membri osservatori. In sintesi, dopo un 2022 nel quale il consumo globale di gas è diminuito, si prevede che riprenderà a crescere nel 2023 (+1%) e raggiungerà un livello massimo storico, con il settore della produzione di energia elettrica che rimane il più grande consumatore di gas. Stati Uniti, Cina e alcuni paesi emergenti dell’Asia Pacifico guideranno la crescita del consumo di gas. Inoltre gli investimenti nel petrolio e nel gas sono aumentati del 7% su base annua per raggiungere i 718 miliardi di dollari nel 2022 e dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2023. Infine CCS/CCUS (ovvero le operazioni di Cattura, Utilizzo e Stoccaggio del Carbonio) e idrogeno hanno guadagnato slancio come potenziali percorsi per la decarbonizzazione, con un aumento significativo della capacità annunciata. Tuttavia, il numero di progetti operativi è ancora lontano dalla scala richiesta.

Gli sviluppi nel settore del gas sono un’indicazione delle brillanti prospettive per l’espansione dell’industria globale del gas, poiché il gas naturale è destinato a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo socio-economico e verso transizioni energetiche giuste e inclusive“, ha commentato Mohamed Hamel, segretario generale del Gecf, proprio mentre la Ue chiede una riduzione sempre maggiore del gas. Quest’anno dovrebbe aumentare, oltre al consumo di gas, anche la produzione, l’utilizzo nella generazione di energia elettrica e nell’industria, senza scordare la crescita dell’import di Gnl. Innanzitutto la produzione è stimata 2in aumento di circa l’1% nel 2023, trainata da Nord America, America Latina e Caraibi, Medio Oriente e Africa. Lo scorso anno “sono stati scoperti oltre 600 miliardi di metri cubi di gas naturale, con un aumento del 16% su base annua, che rappresentano il 39% dei volumi totali di petrolio e gas scoperti. Tuttavia, il numero di pozzi di esplorazione è stato meno della metà del numero medio dei livelli pre-pandemici, evidenziando un continuo sottoinvestimento nell’esplorazione”, fa sapere l’Opec del gas.

A livello energetico/industriale “il settore della produzione di energia elettrica è ancora il principale consumatore di gas, con una quota del 44% del consumo globale di gas nel 2022. Il consumo di gas nel settore energetico è diminuito dello 0,2% su base annua, a 6.050 terawattora (TWh), a causa del passaggio dal gas al carbone in varie regioni e dei prezzi elevati del gas, che hanno reso il gas naturale meno competitivo rispetto altri combustibili. Tuttavia – segnala il report del Gecf – la produzione di energia elettrica rimarrà probabilmente il principale motore del consumo globale di gas a livello mondiale, dato che un numero sempre maggiore di Paesi sta abbandonando le centrali elettriche a carbone”. E poi, “con la prevista diminuzione dei prezzi del gas, il consumo di gas nel settore industriale dovrebbe aumentare nel 2023, poiché il gas naturale rimane una fonte di energia conveniente, affidabile ed ecologica per molte industrie“.

Con la crisi delle forniture via gasdotto in Europa, è esploso il mercato del Gnl, per il quale si prevede, nel 2023, “che le importazioni globali aumenteranno del 4-4,5% (16-18 Mt) su base annua, raggiungendo su base annua 416 Mt (milioni di tonnellate). La Cina e i Paesi del subcontinente indiano e del sud-est asiatico dovrebbero rappresentare la maggior parte delle importazioni di GNL, con ulteriori 13-15 Mt di importazioni di Gnl“, si legge nel 4° rapporto annuale. Questo nonostante lo scorso anno siano state “commissionate meno di 30 nuove metaniere, il che rappresenta l’aumento più lento dal 2013, mentre la flotta mondiale di metaniere ha superato le 670 unità. Le tariffe di noleggio per le metaniere hanno raggiunto livelli record nell’autunno del 2022. Questo, insieme all’aumento del costo dei combustibili per il trasporto del gas liquefatto, ha contribuito all’aumento dei costi di trasporto del Gnl“.

In ogni caso una previsione la dice lunga sulla transizione dal gas. Il Forum dei Paesi esportatori di gas prevede che crescano gli investimenti nel settore del petrolio e del gas, grazie ai maggiori investimenti nell’industria upstream e nei terminali di importazione di Gnl. Tuttavia, diverse incertezze incombenti, tra cui il rallentamento della crescita economica globale, le condizioni finanziarie rigide, l’inflazione e l’elevata volatilità dei prezzi dell’energia, potrebbero scoraggiare gli investimenti. Resta il fatto che il settore oil & gas nel solo 2022 ha mobilitato 718 miliardi di investimenti, una cifra superiore all’Ira di Biden per la svolta green.

Chiara Troiano

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