Giulio Tremonti, presidente della Commissione Esteri della Camera e più volte ministro dell’Economia, è dell’idea che l’Europa abbia già ceduto su punti cruciali, in particolare sui servizi digitali e sulla finanza, nei confronti degli Usa. In una intervista a La Stampa spiega: “l cosiddetto ‘Liberation Day’ del 2 aprile ha inaugurato una nuova fase politica in America. L’idea di fondo è semplice: la globalizzazione ha causato danni enormi alla manifattura americana. I dazi sono una forma di compensazione, ma anche uno strumento per riportare la manifattura negli Stati Uniti. È un’operazione di ingegneria inversa della globalizzazione: si tenta di tornare a un mondo più bilanciato, in cui la produzione industriale riacquista centralità. Però si dimentica un fatto essenziale: non è solo la manifattura ad aver subito uno shock. Anche la finanza e i servizi – soprattutto quelli tecnologici – sono stati coinvolti. Eppure, l’attenzione si concentra solo sull’acciaio e le automobili, ignorando del tutto settori fondamentali come la Silicon Valley o il commercio digitale”. Tremonti poi prosegue così: “Per una volta, va detto che il riconoscimento dell’Unione Europea come soggetto unitario nei dazi del 2 aprile è stato positivo. Tra i 70 Paesi elencati dagli Stati Uniti, uno è l’Ue, non 27. Non ci sono gli altri organismi collettivi. Ma lo schema classico – ripartire la tassazione tra il luogo della produzione e quello della sede societaria – è saltato con la Global Minimum Tax, che ha spostato il paradigma. E il G7 ha confermato questa deriva accettando che le multinazionali statunitensi restino fuori dall’accordo. In pratica, ha legittimato l’abbandono dell’ambizione europea di tassare i colossi americani”. Un segnale di debolezza per il senatore: “Direi proprio di sì. Il G7, a parte il Giappone, è ormai solo l’Europa. Peggio ancora: nel G20 a Roma del 2021, la famosa foto alla Fontana di Trevi mostra solo 18 leader, perché mancavano Russia e Cina. Era un’illustrazione perfetta della crisi delle istituzioni multilaterali. Il G20 non esiste più. E sul G7 ci sono più dubbi che certezze. Nel frattempo, la Cina ha già concluso la sua trattativa con gli Usa, l’Europa è arrivata tardi e ha negoziato solo sulla manifattura, dimenticando finanza e digitale. Questo rischia di essere un errore strategico gravissimo”.
"Buon incontro con John Elkann di Stellantis e Ferrari. La crescita del mercato dei veicoli…
Il primo ministro canadese Mark Carney ha annunciato che martedì si recherà a Washington per…
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via definitiva, il Ddl Pichetto in materia di…
"Bisogna fare un lavoro importante, non solo sui social network, ovviamente, ma anche su tutte…
"L'Europa ha fatto già tanto, ma i risultati non sono quelli sperati dal punto di…
"L'industria culturale è una delle più grandi industrie d'Europa. Forse le persone non lo sanno,…