“In molti hanno lasciato la Capitale, io sono rimasto. Anche se Israele è concentrato su obiettivi militari, sono stati uccisi tanti civili. Teheran è vuota. Le banche e negozi sono chiusi. La guerra rischia di devastare la tenuta psicologica della gente già in crisi”. Lo dice Ali Asadollahi, un coraggioso poeta di Teheran. In un colloquio con il Corriere della Sera spiega che teme “che questa diventi una guerra di logoramento. Perché si fermino le bombe, gli ayatollah devono accettare lo stop dell’attività nucleare. Ho paura dell’intervento degli Usa: non temono i conflitti. Vogliamo il cessate il fuoco”. Quanto alle proteste spiega perché gli iraniani non scendono in piazza: “Non è possibile ora. Minacciano tutti gli oppositori. Ci sono migliaia di militari con le mitragliatrici in ogni angolo. Come possiamo protestare in questa sorta di legge marziale non ufficiale? Serve tempo. Il popolo sta mostrando una solidarietà straordinaria: ci si aiuta a vicenda”.
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