“Da trent’anni vedo i ghiacciai che si sciolgono sui massicci più alti d’Europa. Il tragico surriscaldamento del clima non è più una notizia. Nuovi invece sono i torrenti di fusione che precipitano tra i 4.300 e i 4.500 metri di quota, il cedimento del permafrost, le rocce che si sgretolano, le cascate d’acqua e le frane. Causa il caldo record, le città soffocano: le montagne invece muoiono, ridotte a morene aride e instabili. Se non agiamo subito per curare la terra, l’Italia e le Alpi vedranno presto scontri e guerre per l’acqua, per gli ultimi territori abitabili. La posta in palio in montagna non è più lo sviluppo, ma la sopravvivenza”. Lo dice Hervé Barmasse, tra i più forti alpinisti del mondo. Su Repubblica aggiunge: “In pochi giorni la neve della tarda primavera è scomparsa. Lo zero termico è sopra quota 4.600, il ghiaccio millenario fonde. Le bombe di calore scatenano cicloni e trasformano le Alpi in un deserto di pietre friabili, non più fermate dal gelo. È giusto fermare i cantieri quando in pianura il caldo è insopportabile: se però vogliamo salvare la vita umana in Europa dobbiamo avere il coraggio di metterci tutti in cordata per fare una vera rivoluzione verde. Il primo obbiettivo è salvare le montagne, fonte del 70% dell’acqua che consumiamo”.
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