Allarme mari italiani: tra i più caldi al mondo, 29-30 gradi come Caraibi

Il sole picchia duro, anche sull’acqua. L’ondata di calore dell’estate 2022, infatti, consegna alle cronache nuovi record negativi: secondo l’analisi della redazione di ilmeteo.it, la temperatura dell’acqua dei mari italiani ha raggiunto i 29-30 gradi centigradi, come quella del clima dei Caraibi, con 10 gradi in più rispetto alle coste californiane. Il clima fuori controllo, con la continua estrema espansione dell’anticiclone nordafricano verso il Mediterraneo, ha causato un aumento della temperatura dell’acqua fino a valori bollenti, eccezionali. L’acqua è così calda che difficilmente troviamo refrigerio anche al largo, neppure immergendosi di qualche metro l’acqua sembra quella di qualche anno fa. E se quest’anno il periodo è eccezionale, con valori fino a 5-6 gradi oltre la norma, l’Agenzia europea dell’Ambiente certifica che stiamo assistendo ad un aumento della temperatura dei mari da più di un secolo: in particolare il Mar Mediterraneo, solo negli ultimi 20 anni, ha fatto registrare un aumento medio di oltre 0,5 gradi, un valore molto alto a dispetto di quello che sembra.

In questo scenario, quale posizione occupa l’Italia tra i mari più caldi del mondo? Acque tropicali leggermente più calde delle ‘nostre’, oltre i 30 gradi centigradi e fino a 32-33 gradi, attualmente si registrano nel Mar Rosso, nel Golfo Persico, nel Golfo del Bengala e nel Mar Cinese Meridionale. Altrove, in particolare sulle coste del Pacifico orientale i valori sono più bassi anche di 10 gradi rispetto ai mari italiani, anche a causa del fenomeno de La Niña. In buona sostanza l’Italia ha uno dei mari più caldi al mondo, in questo momento.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLmeteo.it, conferma che questa situazione anomala è legata alla ‘Pazza Calda Estate 2022’, iniziata in anticipo il 10 maggio e proseguita con valori termici eccezionali per quasi 3 mesi senza interruzione. Il calore del sole, l’assenza di perturbazioni o di temporali forti sul mare e l’assenza di venti freschi da Nord hanno bloccato il rimescolamento dell’acqua, non hanno permesso il raffreddamento superficiale del mare e, giorno dopo giorno, hanno fatto accumulare tanto calore: al momento, i bacini più caldi sono il Mar Ligure, il Mar Tirreno e il Canale di Sicilia con temperatura dell’acqua di 30 gradi. Tutto questo si traduce in un enorme stress per il mondo ittico, in stravolgimenti di cui non conosciamo le conseguenze, ma soprattutto di un pericolo reale: avremo temporali marittimi più forti appena arriverà una perturbazione. Il calore del mare infatti si trasformerà in energia per lo sviluppo di nubifragi e/o altri fenomeni violenti: ad essere pessimisti o catastrofisti (non ci piace esserlo, ma questa ricerca è pubblicata in vari articoli scientifici) con acque marine ad oltre 26,5 gradi è più probabile la formazione di Tlc, ovvero Tropical Like Cyclones, piccoli uragani anche sul Mar Mediterraneo.

Negli ultimi anni infatti, con l’aumento della temperatura dell’acqua del Mar Mediterraneo, si sono avuti a ripetizione Tlc, anche definiti Uragani Mediterranei o Medicane: 28 ottobre 2021, Apollo; 17 settembre 2020, Ianos (sulla Grecia), 11 novembre 2019, Detlef ad ovest della Sardegna, 28 settembre 2018, Zorbas a sud della Sicilia e così via con una frequenza che è aumentata sensibilmente a causa dei mari sempre più caldi. In sintesi, prendendola a ridere, è possibile fare una vacanza ai Caraibi senza prendere l’aereo: stesso mare ‘bollente’, simile probabilità (minore, ma in aumento) di trovare un uragano alla fine dell’estate.

Nadia Bisson

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