Confindustria, quattro candidati uniti sull’Europa e divisi sull’energia

Ora che sono stati svelati i programmi dei quattro candidati alla presidenza di Confindustria, a prescindere dall’esito delle elezioni del 4 aprile, affiorano alcune considerazioni. La prima, e tracimante, è che tutti – cioè Garrone, Gozzi, Orsini e Marenghi – vedono ‘ questa’ Europa inadatta a coniugare le esigenze della transizione ecologica con le necessità concrete dell’industria. Un fronte compatto, insomma. Per chiarirci, è l’Europa di Ursula von der Leyen (che però si ripropone per la presidenza della Commissione) e dell’ex vicepresidente Frans Timmermans, l’Europa delle auto elettriche e delle case green, degli imballaggi e dei pesticidi. Insomma, quell’Europa intransigente e irrealistica che ha rischiato di implodere e che non se la passa benissimo. Tutto giusto, ma come fare? Perché sarebbe illegittimo trascurare un dettaglio non proprio marginale legato a chi vincerà le elezioni, a quale maggioranza avrà il Parlamento, a che tipo di deriva prenderà la Commissione. Incidere a livello decisionale può diventare un esercizio facile o complicato, dipende dagli interlocutori…

Antonio Gozzi – gran capo di Duferco e presidente di Federacciai – ha frequentato Bruxelles per molti anni, conosce vantaggi, svantaggi e dinamiche spesso non lineari; ma anche gli altri hanno ‘saggiato’ cosa significhi confrontarsi con realtà profondamente diverse da quella italiana, in cui ogni Paese tira l’acqua al proprio mulino. E di mulini ce ne sono 27… Non si può fare a meno della Ue, ci mancherebbe, ma si devono gettare basi diverse per la gestione all’interno e all’esterno della stessa. Le strade per riuscirci, secondo i confindustriali, sono quelle del dialogo sotto traccia non dello scontro. Con una postilla: Cina, Usa, Russia e India non stanno a guardare come le stelle di Cronin. E l’Europa è già in ritardo.

La seconda considerazione riguarda l’industria – nello specifico il fattore energetico – e fa emergere una scomposizione ideologica frutto di una visione strategica differente e di tornaconti spiccioli, anche se va detto che l’obiettivo della decarbonizzazione è il fil rouge capace di legare ragionamenti opposti. Il gas fino a un anno fa metteva paura, adesso il prezzo è sotto controllo anche grazie alle temperature miti e agli stoccaggi. C’è chi ne vorrebbe congelare il prezzo per allinearsi al trend di alcuni Stati membri (la Germania), in maniera da consolidare la competitività industriale, c’è chi invita a battere strade alternative. Garrone, che ha dato vita alla trasformazione di Erg da raffineria a società dedita alla produzione di energia elettrica da fonti pulite, spinge per le rinnovabili, altri per il nucleare. Di sole e vento non si può campare, il nucleare rimane una soluzione non immediata, resta sempre il gas…

Vittorio Oreggia

Recent Posts

Eni, deliberata distribuzione seconda tranche dividendo 0,25 euro

Il Consiglio di Amministrazione, presieduto da Giuseppe Zafarana, nella riunione odierna, ha deliberato di distribuire…

12 ore ago

Energia, Bei-Terna: 400 mln finanziamento per rinnovo rete elettrica nazionale

Terna e la Banca europea per gli investimenti hanno sottoscritto un contratto di finanziamento da…

12 ore ago

Clima, Mattarella: “Serve impegno straordinario con misure rapide di salvaguardia”

Sergio Mattarella torna a Bologna a pochi giorni dalla nuova ondata di maltempo che ha…

12 ore ago

Italgas, Gallo: Inviata documentazione ad Antitrust su 2i Rete Gas

In merito all'acquisizione di 2i Rete Gas, "confermo che abbiamo inviato la documentazione all’Antitrust, che…

13 ore ago

Comparto moda chiede tempi realistici per la transizione

Ripensare totalmente l’approccio alla sostenibilità, nell’ottica della 'rigenerazione' dell’intero settore moda. L'appello arriva dal Venice…

13 ore ago

Alimentare, +9,7% volumi settore dei biscotti con frutta

Nel mondo dei biscotti è in crescita il settore dei biscotti con frutta, che ha…

15 ore ago