Dalla Corte dei Conti arriva la ‘certificazione’ che gli impegni dell’Italia nel rapporto con l’Ue diventano sempre più stringenti. I magistrati contabili, nella Relazione annuale sul tema, infatti, mettono nero su bianco che il nostro Paese “impegna una responsabilità finanziaria più complessa rispetto al passato nel prelevamento e nell’impiego dei fondi europei, poiché una parte significativa di essi costituisce debito pubblico“.
La Corte riconosce, comunque, il peso della situazione geopolitica attuale, resa incerta dai vari scenari di guerra che si sono aperti, tanto nel cuore del Vecchio continente, con l’aggressione russa in Ucraina, quanto nel vicino Medio Oriente, con il conflitto tra Israele e Palestina. Fattori esterni alla volontà dell’Italia e dell’Unione europea, ma che inevitabilmente dispiegano effetti negativi sulle nostre economie. Ragion per cui, scrive la Corte dei Conti, “malgrado l’imponente sforzo di fiscal policy del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, le nuove emergenze geopolitiche e le pressioni inflazionistiche sopraggiunte hanno sottoposto a tensioni il bilancio dell’Unione europea, imponendo rilevanti correzioni per il reperimento e la destinazione di nuove risorse, con un conseguente ripensamento delle priorità“.
La proposta di revisione che ha ricevuto il via libera dal Consiglio Ue dello scorso mese di febbraio, porta in pancia un aumento del bilancio di circa 64,6 miliardi: si tratta di finanziamenti aggiuntivi, che rendono “l’obiettivo di una strutturale flessibilità, fondamentale per rispondere agli imprevisti e rivedere rapidamente le priorità di spesa“. Ma non c’è solo il Pnrr a pesare nel conteggio, perché “nei rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea permane la centralità delle politiche strutturali e di coesione socioeconomica, la cui dotazione per il ciclo di programmazione 2014-2020 è di 197,9 miliardi (64,5 a valere sul bilancio europeo e 133,4 su quello nazionale)“, mentre “per i fondi Fesr e Fse-Iog, la dotazione ammonta (dicembre 2023) a 64,4 miliardi, di cui 14,4 sull’iniziativa React-Eu“.
I magistrati contabili, inoltre, annotano che “a fronte di un totale programmato di 64,4 miliardi (di cui 47,9 di risorse Ue), la spesa certificata alla Commissione europea, sia a fine dicembre 2022 che a dicembre 2023, raggiunge rispettivamente 35 miliardi (di cui 28 cofinanziamento Ue) e 42,5 miliardi (il cofinanziamento Ue è 34,2). Considerando soltanto la quota di risorse unionali, al 31 dicembre 2023 il rapporto tra cofinanziamento certificato e risorse programmate si attesta al 71,4%“. Nel conteggio ci sono anche le politiche agricole, ovviamente. “Nel 2022 (ultimo anno del periodo transitorio seguito al ciclo di programmazione 2014-2020), su una produzione agricola europea pari a circa 537,5 miliardi di valore, la produzione italiana si attesta a 71,5, collocandosi al terzo posto fra gli Stati membri, preceduta da Francia (97,1 miliardi) e Germania (76,2) – si legge ancora nel documento -. Nonostante la crescita del prodotto rispetto al periodo pandemico, permane l’andamento in calo dei livelli occupazionali, con un numero di occupati agricoli diminuito del 2,8% nell’ultimo decennio, a fronte di un incremento del 3,1 riscontrato per tutti i settori“.
La Corte, poi, segnala che sul fronte delle irregolarità e frodi a danno del bilancio europeo “si conferma la tendenza in crescita delle segnalazioni, dai 424 casi del 2022 (per 47 milioni da recuperare) ai 448 del 2023 (per 58,1 milioni)“.
Restano in tema, dal fronte pratico c’è anche un altro evento da segnalare. Perché fino a giovedì prossimo, 20 giugno, sarà presente a Roma una delegazione della Commissione Ue, per una serie di incontri che serviranno ad approfondire le prossime tappe del Pnrr. Ovviamente, ci sarà un focus dedicato alle misure strategiche del Piano, così come sul RePowerEu, il capitolo aggiuntivo del Next Generation Eu per far fronte alla crisi energetica. Durante queste giornate sarà passato al vaglio lo stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, da un lato, e la messa a terra delle risorse finanziarie e agli obiettivi inseriti nella sesta e settima rata, dall’altro.
A fare gli onori di casa sarà il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che si avvarrà del coordinamento dalla struttura di missione Pnrr e vedrà la partecipazione attiva dei ministeri e delle istituzioni. Le riunioni si svolgeranno nella modalità degli incontri istituzionali di alto livello e in tavoli di lavoro tecnico-tematici con tutte le Amministrazioni. Tutti player e fattori strategici soprattutto in vista della presentazione della richiesta di pagamento della sesta rata, che allo stato attuale si trova alla fase di verifica e rendicontazione.
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