Gentiloni incalza Meloni: Per l’Italia la priorità deve essere il Pnrr

Accelerare sulla transizione verde e digitale, facendo le riforme che si rendono necessarie senza stravolgere piani e strategie già concordati. La Commissione europea torna a richiamare il governo Meloni alle proprie responsabilità. “La priorità per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, si chiama Pnrr ” , il piano per la ripresa. Poche parole, chiare e molto precise, quelle del commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. Presenta i risultati delle previsioni economiche d’inverno, che pure premiano il Paese a fronte di una generale situazione migliorata. Non c’è recessione e al sistema Paese si riconosce mezzo punto di Pil in più per l’anno in corso. Nel 2023 la crescita tricolore sarà dello 0,8%, anziché lo 0,3% che si temeva solo pochi mesi fa, a novembre. Ma il dato nazionale, sottolinea Gentiloni, si deve “grazie agli investimenti e all’attuazione del piano per la ripresa”.

L’agenda dunque appare scontata, tanto più che nel dibattito ancora tutto in corso a livello europeo sulla riforma delle regole per gli aiuti di Stato necessaria per sostenere il clean-tech, l’industria verde, la libertà di spesa per chi, come l’Italia, ha un elevato debito pubblico, ricade nel Pnrr. “Nel quadro di incentivo degli investimenti la priorità è il Pnrr”. Consapevole delle intenzioni della maggioranza di ridiscutere con Bruxelles la strategia figlia del governo Draghi, Gentiloni ribadisce una volta di più quelle che sono le possibilità che l’attuale esecutivo ha di fronte a sé: “Non possono esserci modifiche all’ingrosso. Le modifiche al piano di ripresa devono essere fondate, motivate, mirate”.

Quanto vidimato dalla Commissione europea dunque non potrà essere stravolto. Cambiamenti sì, ma circoscritti. E’ lungo questi binari che dovrà muoversi la coalizione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia. Che nel 2024 rischia di ritrovarsi nuovamente ultima per ritmi e di crescita e quest’anno vedrà un’attività economica che, per quanto migliore delle attese precedenti, “dovrebbe riprendere solo gradualmente”. Il motivo, dice il documento della Commissione Ue, si spiega con l’aumento dei prezzi al consumo, specie bollette e scontrini alla cassa. I consumi delle famiglie “continuano a essere frenati dalla perdita di potere d’acquisto”, che però si spiega anche a causa delle scelte operate dal governo in questi mesi. Nessuna critica, ma una mera constatazione.

E’ proprio il caro-prezzi generalizzato a rappresentare una zavorra per l’economia italiana. Nello Stivale l’Inflazione tocca tutti i tre settori dell’economia, primario, secondario e terziario. “Sebbene i prezzi internazionali delle materie prime energetiche siano per lo più scesi ai livelli del 2021, il loro aumento si è diffuso ai prezzi alla produzione e al dettaglio di alimenti, beni industriali e infine servizi”. Per gli esperti della Commissione Ue l’aumento dell’inflazione nella seconda metà del 2022 si ripercuoterà nel 2023 , ma si prevede che gli effetti base contribuiranno a ridurre il tasso annuo al 6,1%”. Se dal rischio di una recessione si è usciti, per ora, “grazie a una risposta politica unitaria e globale”, ragiona Gentiloni, per questo “dobbiamo mostrare la stessa determinazione e ambizione nell’affrontare le sfide che ci troviamo ad affrontare oggi”. Per l’Italia questo si traduce in una rapida ed efficiente realizzazione del piano per la ripresa.

Elena Fois

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