Inflazione più alta in Germania, +2% Pil Usa: Bce e Fed decise su aumento tassi

L’inflazione torna sotto il 2%, la percentuale più nominata dalla Bce, in Spagna, ma risale al 6,4% in Germania, oltre le attese. Due dati che non faranno cambiare idea a Christine Lagarde, intenzionata ad aumentare i tassi altre due volte portandoli così almeno al 4,5% per settembre.

La stima iberica, se confermata, rappresenterebbe una diminuzione di più di un punto del suo tasso annuo, dato che a maggio eravamo al 3,2%. Questo andamento è dovuto principalmente al fatto che in questo mese l’aumento dei prezzi dei carburanti, dell’elettricità e dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche è stato inferiore a quello di giugno dell’anno precedente. Anche l’inflazione core, che esclude cibo ed energia, è scesa di due decimi di punto percentuale, attestandosi al 5,9%. Paradosso: l’indice di base è superiore a quello generale di 4 punti percentuali.

In Germania invece, secondo la stima preliminare di Destatis, a giugno il carovita è salito dello 0,3% mensile e del 6,4% annuale. Numeri superiori a quelli di maggio, quando i prezzi erano calati dello 0,1% a livello congiunturale ed erano cresciuti del 6,1% a livello tendenziale, e più alti delle stime: +0,2% mensile e +6,3% annuale. I prezzi dei prodotti alimentari hanno continuato a salire a un tasso maggiore alla media del +13,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Al contrario, anche l’aumento dei prezzi dell’energia del +3% è stato inferiore al tasso di variazione dell’indice complessivo dell’anno precedente. Anche le misure del terzo pacchetto di aiuti del governo federale, che si riflettono nell’indice dei prezzi al consumo, hanno contribuito all’indebolimento dell’andamento dei prezzi dell’energia. Per contro, l’andamento dei prezzi nell’area dei servizi ha aumentato il tasso di inflazione (+5,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). In questo ambito c’è però un effetto base a seguito dell’introduzione del biglietto da 9 euro valido da giugno ad agosto 2022. L’inflazione core comunque è cresciuta del +5,8% (rispetto al +5,4% di maggio).

Chi invece vede rosa sull’inflazione è il cittadino medio europeo. L’indice che misura le aspettative di inflazione per i consumatori nell’Eurozona è sceso a 6,1 a giugno, il minimo dal 2016, dal 12,1 rivisto al ribasso del mese precedente.

I tassi comunque non saliranno solo in Europa. La crescita del Pil degli Stati Uniti è stata rivista nettamente al rialzo e ha aggiunto un margine per la Federal Reserve di poter aumentare il costo del denaro ancora. Da gennaio a marzo l’economia americana è cresciuta del 2% rispetto al trimestre precedente. Sulla carta, benché i dati siano riferiti a tre mesi fa, Jerome Powell potrebbe permettersi di continuare a inasprire la politica monetaria senza causare una forte contrazione. Un concetto ribadito dal presidente della Federal Reserve ieri al forum Bce in Portogallo e oggi al Banco de España: possibili altri due ritocchi per portare così i tassi di interesse a sfiorare il 6%.

Chiara Troiano

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