Italia quinta in Ue per colonnine elettriche. Acea: “Ancora molto da fare”

L’Italia è al quinto posto della classifica europea per numero di punti di ricarica per auto elettriche. È quanto emerge da un’analisi dell’Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili. Il nostro Paese conta su poco più di 23mila colonnine, preceduta dalla Svezia con 37mila punti. A dominare la classifica sono i Paesi Bassi (90mila), la Germania (59mila) e la Francia (37mila). Le ultime 5 posizioni, invece, sono occupate da Cypro (57), Malta (98), Lituania (207), Estonia (385) e Lettonia (420).

La metà di tutti i punti di ricarica per auto elettriche nell’Unione europea – che sono circa 307mila – è concentrata solo in due Paesi: Paesi Bassi e Germania che, insieme, costituiscono meno del 10% dell’intera superficie dell’Ue. L’altra metà di tutte le colonnine è sparsa nei restanti 25 Paesi, che coprono il 90% della superficie europea.

Il divario tra i Paesi in cima e in fondo alla classifica è enorme. I Paesi Bassi hanno quasi 1.600 volte più punti di ricarica rispetto al Paese con meno infrastrutture (Cipro, con appena 57 punti di ricarica). Solo l’Olanda ha tante colonnine di ricarica quanto 23 Stati membri messi insieme.

Per quanto riguarda la distribuzione delle infrastrutture, l’Acea evidenzia “una netta spaccatura tra i Paesi dell’Europa centrale e orientale, da un lato, e i Paesi dell’Europa occidentale, dall’altro“. Ad esempio, la Romania – sette volte più grande dei Paesi Bassi – ha solo lo 0,4% di tutti i punti di ricarica dell’Ue.

Sebbene negli ultimi cinque anni si sia registrato un forte aumento del numero di colonnine (+180%), il totale (307mila) è molto inferiore a quanto richiesto.

L’Acea ricorda che per raggiungere gli obiettivi di riduzione di Co2, “le vendite di veicoli elettrici dovranno aumentare in modo massiccio in tutti i paesi dell’Ue“. Uno studio recente mostra che entro il 2030 sarebbero necessari 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici per raggiungere la riduzione del 55% di Co2 proposta per le auto.

Il regolamento sulle infrastrutture dei combustibili alternativi – proposto dalla Commissione europea lo scorso anno – ha lo scopo di aiutare ad affrontare la situazione, “tuttavia – afferma Acea – il suo livello di ambizione è del tutto insufficiente

Mentre alcuni Paesi stanno andando avanti per implementare le infrastrutture, la maggior parte è in ritardo“, spiega il direttore generale dell’Agenzia, Eric-Mark Huitema. “Le forti disparità – dice – dimostrano la necessità di obiettivi forti che siano armonizzati in tutti gli Stati membri dell’Ue“. Ciò che serve, ricorda, “è una fitta rete europea di stazioni di ricarica, che si estenda da nord a sud e da est a ovest“.

Nadia Bisson

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